Trojan, Backdoor e Dropper i malware più ricercati dagli analisti della cybersecurity

Un dispositivo su due è stato colpito dal malware data-stealing Redline

Le statistiche anonimizzate ricavate dalle richieste gratuite arrivate al Kaspersky Threat Intelligence Portal mostrano che quasi tre quarti (il 72%) dei file malevoli più analizzati appartengono a tre macro categorie: Trojan, backdoor e dropper

La detection di attività malevole è solo il punto di partenza per condurre delle indagini sugli attacchi informatici. Per sviluppare misure di risposta e di remediation adeguate, gli analisti che si occupano di sicurezza informatica devono essere in grado di identificare l’obiettivo dell’attacco, l’origine di un oggetto malevolo, la sua popolarità e molti altri aspetti. Kaspersky Threat Intelligence Portal è il portale che aiuta gli analisti a scoprire più rapidamente il background di un attacco. Gli esperti di Kaspersky hanno esaminato le richieste gratuite arrivate al Kaspersky Threat Intelligence Portal per capire a quali tipi di minacce sono più spesso associati gli oggetti malevoli elaborati dal portale.

Nella maggior parte dei casi, gli hash o i file sospetti inoltrati sono stati Trojan (con il 25% delle richieste), backdoor (con il 24%) – malware che danno ad un cybercriminale la possibilità di avere il controllo remoto di un computer – e Trojan-dropper (il 23%), che possono procedere all’installazione di altri oggetti malevoli. Le statistiche del Kaspersky Security Network, l’infrastruttura dedicata all’elaborazione dei flussi di dati relativi alla sicurezza informatica che arrivano da milioni di partecipanti volontari in tutto il mondo, mostrano che i Trojan sono solitamente il tipo di malware più diffuso. Le backdoor e i Trojan-dropper, invece, non sono così comuni: rappresentano, infatti, solo il 7% e il 3% di tutti i file malevoli bloccati dalle soluzioni per la sicurezza degli endpoint di Kaspersky.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Leggi anche:  “Global Threat Report 2024” il rapporto di CrowdStrike sulle cyber minacce

Questa differenza può essere motivata dal fatto che i ricercatori sono spesso interessati all’obiettivo finale dell’attacco, mentre le soluzioni per la protezione degli endpoint cercano di prevenirlo già nella sua fase iniziale. Queste soluzioni, ad esempio, non consentono ad un utente finale di aprire un’email malevola o di seguire un link dannoso, impedendo così che le backdoor raggiungano il computer dell’utente stesso. Oltre a questo, però, i ricercatori che si occupano di cybersicurezza devono identificare tutti i componenti all’interno di un dropper, ovvero il programma creato per installare un malware, un virus o per aprire una backdoor su un dato sistema.

La popolarità di queste categorie rilevata attraverso le statistiche del Kaspersky Threat Intelligence Portal può essere spiegata anche dall’interesse dei ricercatori per minacce particolari e dalla loro necessità di analizzarle in modo più dettagliato. Molti utenti, ad esempio, hanno cercato attivamente informazioni su Emotet, perchè all’inizio dell’anno sono uscite diverse notizie proprio su questo malware. Alcune richieste riguardavano le backdoor sui sistemi operativi Linux e Android. Queste famiglie di malware possono essere particolarmente interessanti per i ricercatori che si occupano di sicurezza informatica, ma i loro livelli sono relativamente bassi rispetto alle minacce che prendono di mira Microsoft Windows.

“Abbiamo notato che il numero di richieste gratuite arrivate al Kaspersky Threat Intelligence Portal per, effettuare delle verifiche su virus o su pezzi di codice che si aggiungono a quelli di altri programmi, è estremamente basso, rappresenta, infatti, meno dell’1% delle richieste totali, ma bisogna considerare che, tradizionalmente, si tratta delle minacce più diffuse e già rilevate dalle soluzioni che si occupano di protezione degli endpoint. Si tratta di minacce che si auto-replicano e che implementano il proprio codice all’interno di altri file, qualcosa che può portare alla comparsa di un gran numero di file malevoli all’interno di un sistema infetto. Come dimostrano le statistiche, i virus sono raramente interessanti per i ricercatori, probabilmente perché mancano di novità rispetto a quanto è possibile vedere quando si ha a che fare con altri tipi di minacce”, ha commentato Denis Parinov, Acting Head of Threats Monitoring and Heuristic Detection di Kaspersky.

Leggi anche:  Kaspersky mostra dove si nascondono le truffe agli utenti nel 2024

Kaspersky Threat Intelligence Portal è un punto di accesso unico per la Threat Intelligence dell’azienda e mette a disposizione tutti i dati relativi agli attacchi informatici e tutte le informazioni raccolte da Kaspersky in oltre 20 anni di esperienza nella cybersecurity.