Ho conosciuto Ilaria a Campobasso. Erano i giorni di Natale di qualche anno fa ed entrambi non ci conoscevamo. Non credevo di averla mai vista, nonostante Campobasso, la città dove siamo nati non fosse questa metropoli.

Ma tutti e due eravamo partiti da giovanissimi e, come succede spesso, sapevamo che la nostra terra ci sarebbe mancata in quei pochi giorni di festa.

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No. Non sapevo nulla di lei.

Abbiamo iniziato a parlare delle nostre passioni e poi di lavoro.

Io ero affascinato dal suo mondo e lei dal mio.

E’ possibile integrare l’uso di modelli guidati da Intelligenza Artificiale nel mondo della ricerca medica ?

Glielo chiesi.

E lei, già ricercatrice italiana famosa negli Stati Uniti per gli studi sulla leucemia, mi avrebbe risposto con un gran bel sorriso.

Sì.

Ilaria Iacobucci è attualmente Staff Scientist presso il Dipartimento di Patologia del St. Jude Children’s Research Hospital, Memphis (USA). Si è laureata in Biotecnologie Mediche (Facoltà di Medicina e Chirurgia), con il massimo dei voti e lode, e ha conseguito il dottorato di ricerca in Ematologia Clinica e Sperimentale presso l’Università di Bologna.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui l’American Association for Cancer Research -GlaxoSmithKline Outstanding Clinical Scholar Award, Fellowship del Lady Tata Memorial Trust International Award, ISSNAF (Italian Scientists and Scholars in North America Foundation) Paola Campese Award per la ricerca sulle leucemie e primo posto in UNDER40 in Ematologia nel 2019 dalla Società Italiana di Ematologia. E’ stata inoltre nel 2016 inclusa tra i 100 migliori Scienziati Italiani al di sotto dei 40 anni di età.

Quando qualche giorno fa mi ha scritto se avessi avuto intenzione di sostenere una ricerca sulla leucemia mi è venuto prima un brivido, un ricordo e poi ho pensato al mio compleanno.

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Sono uno di quelli che si lamenta il giorno del proprio compleanno, ho paura a invecchiare, ma quest’anno no. E non solo perché voglio usarlo per portare avanti questo messaggio. Ma perché non mi sento affatto vecchio. Dentro.

E poi il ricordo. Era successo anche nella mia famiglia. La leucemia era entrata nel nostro piccolo mondo e quando entra il più delle volte sembra davvero non uscire più.

Ilaria mi dice che: “Esistono diverse forme di leucemia. In base alla velocità di insorgenza della malattia, le leucemie sono comunemente distinte in acute e croniche. Nella leucemia acuta le cellule ematopoietiche immature (denominate “blasti” leucemici) proliferano in maniera incontrollata determinando un rapido progredire dei sintomi e richiedendo un intervento clinico tempestivo. Nella leucemia cronica le cellule maturano in modo quasi normale e si moltiplicano più lentamente ma si accumulano nel sangue, nel midollo osseo, nella milza e spesso nei linfonodi. Se non trattate, le forme croniche evolvono in forme acute.”

E in Italia ?

“Sono diagnosticati circa 8000 nuovi casi di leucemia per anno con un rapporto maschio:femmina di circa 2:1. La leucemia linfoide acuta è più frequente nei bambini dove rappresenta circa l’80% delle leucemie del bambino. Al contrario, la leucemia linfoide cronica, la leucemia mieloide acuta e la leucemia mieloide cronica sono tipiche dell’età adulta con la massima incidenza al di sopra dei 60 anni.”

Quali sono le cause?

“Sebbene molti dei fattori responsabili della leucemia non siano noti, fattori genetici e fattori ambientali svolgono un ruolo importante. La maggior parte delle leucemie sono causate da “errori”, chiamati scientificamente “mutazioni”, nell’ordine, composizione o nel numero delle basi azotate che costituiscono il nostro DNA o in maniera più estesa nel numero e composizione di singoli geni e cromosomi. Questi errori fanno sì che la cellula cresca e si divida in maniera incontrollata sopravvivendo più a lungo di una cellula normale.”

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Perché la ricerca è fondamentale?

“La ricerca genetica, biologica e clinica è fondamentale nel comprendere i meccanismi patogenetici alla base delle diverse forme leucemiche e nello sviluppare terapie più efficaci in un contesto di “precision medicine” (trattamento mirato sulla base delle specifiche alterazioni molecolari e cliniche di una malattia). A differenza della chemioterapia che utilizza un cocktail di farmaci citotossici non selettivo per le cellule tumorali, la terapia con un farmaco molecolare mirato, “intelligente” è in grado di colpire solo le cellule tumorali. Questo si traduce in un’aumentata efficacia di risposta e in una significativa riduzione degli effetti tossici sulle cellule sane.

L’identificazione quindi del bersaglio da colpire è fondamentale per una terapia intelligente. Se per il primo sequenziamento del genoma umano si sono impiegati oltre 10 anni di lavoro e centinaia di ricercatori appartenenti a sei diverse nazioni, oggi è possibile eseguire il sequenziamento delle oltre tre miliardi di basi che costituiscono il genoma dell’uomo in meno di una settimana e a un costo inferiore ai mille euro.

La ricerca scientifica ha portato a terapie innovative e ha consentito lo sviluppo di farmaci che attivano il sistema immunitario e contrastano la crescita tumorale.

Non potrebbero esserci scoperte scientifiche e nuove terapie senza il lavoro di tantissimi ricercatori e medici e il supporto alla ricerca da parte di ciascuno di noi.”

Io e Ilaria ci siamo incontrati, più volte dopo quel giorno, e quasi per caso.

Con il luminare Professore Martinelli, suo Maestro, avevamo cominciato a lavorare con gli algoritmi e l’obiettivo è di andare a studiare i tumori ai polmoni.

Gli algoritmi cercano di studiare i geni e le combinazioni tra di loro che portano ad avere una possibile diagnosi di tumore.

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Abbiamo avviato la collaborazione sui dati dei pazienti e durante questo percorso è arrivata Ilaria. Di nuovo. Dagli Stati Uniti a Bologna, per darci una mano. L’aveva chiamata il suo Maestro.

Tutto questo fiume di parole per dire cosa?

Il sole, dicono, tramonta per rinascere. Lo stesso accade durante un periodo di malattia.

Ma per rinascere ci vuole energia.

Da dove arriva? Non solo da noi stessi ma anche dall’ambiente.

Ilaria fa parte di questa squadra e Siniša Mihajlović è il loro testimonial.

E ogni goal porta nuova linfa vitale alla ricerca.

Ad oggi, sono stati raccolti circa 12000 euro ma se non si arriva a 50000 euro tutte le donazioni saranno rimandate indietro.

Nel mio piccolo darò il mio contributo.

È un fiore che è nato dentro di me. Un’emozione.

La stessa emozione che entra di me quando osservo questo gruppo di ricercatori.

Perchè in questo mondo, uno dei pochi, il denaro non crea e non distrugge.

Permette di risorgere.

Ecco il link per lasciare un contributo