Spinta al cloud e attacchi cyber rafforzano la leadership Cyberark

Servono da 3 a 6 mesi per assegnare posizioni di cybersecurity nelle aziende europee

In arrivo nuove risorse a supporto della country. Già disponibile Cloud Entitlements Manager, componente chiave dell’architettura di protezione degli accessi

Ci sono migliaia di aziende là fuori che stanno soffrendo per gli effetti dell’emergenza sanitaria. CyberArk non è una di queste. «Ci troviamo in una fase di espansione importante. Supportata dalla corporate» afferma Paolo Lossa, Country Sales Manager Italia CyberArk. «E’ in arrivo un flusso di risorse che nei prossimi mesi ci consentirà di rafforzare la nostra presenza in Italia». Una struttura snella, poco meno di venti persone a occupare però tutte le caselle delle principali funzioni aziendali: vendita, prevendita, componente di canale, delivery, che incorpora al suo interno una serie di funzioni che danno supporto ad alto valore aggiunto ai progetti considerati di tipo strategico. Con un modello di business al 100% basato sul canale e una rete di partner in grado di interagire in tema di assistenza tecnica con tutta l’infrastruttura.

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Fattori di crescita

Finance e PA, per la quale l’azienda ha nei mesi scorsi aperto un secondo ufficio a Roma, i settori sotto la lente d’ingrandimento, anche se Cyberark, sottolinea Lossa, «è presente su quasi tutti i vertical. Con circa il 60% di clienti delle prime 180 aziende enterprise Italia, pubbliche e private». A trainare la crescita oltre ai danni creati dal cybercrime, l’espansione della domanda di servizi cloud che ha visto moltiplicarsi il numero di identità e utenze; puntellato dal boom nella richiesta di microservizi, modalità in ascesa nello sviluppo delle applicazioni, un mercato all’interno del quale la necessità di gestire le identità all’interno del mondo PaaS – platform as a service –  è in forte ascesa. «L’attività lavorativa ormai fortemente spostata in remoto sta avendo un impatto notevole su tutti i temi legati alla security e in particolare sull’Identity, tema al quale le aziende hanno dovuto reagire in modo significativo. Per questo noi, con altri operatori, stiamo ottenendo un beneficio dal punto di vista della crescita degli affari».

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Valore del mercato PAM

Affari che secondo le stime, desunte, in mancanza di dati precisi sul mercato PAM – premette Lossa –  valgono oggi in Italia per le sole licenze tra i 15 e i 20 milioni. «Una nicchia che nel 2025 potrebbe valere circa 60/70 milioni se anche in Italia seguiremo i tassi di crescita worldwide. Pari a circa 300 milioni di fatturato per i partner se consideriamo che mediamente ogni dollaro di licenza ne genera 5 in termini di gestione del ciclo di vita del prodotto all’interno di un programma di identity privilege».

Nuovo posizionamento

Una prospettiva favorevole in vista del nuovo posizionamento perseguito in Italia da CyberArk che prevede la massima concentrazione su grandi clienti dei settori finance, manufacturing e luxury. «Settori – osserva Lossa – con i quali opereremo sempre di più in una logica di use cases basati sulle singole industry, supportati da una metodologia che consentirà loro di sviluppare in maniera olistica i programmi di Identity su tutte le applicazioni aziendali». E poi consolidamento dell’ecosistema di partner, oggi esteso ai service provider, soggetti attivi nell’erogazione di servizi di identity management in modalità as a service. «In vista di questi obiettivi stiamo lavorando in tre direzioni» spiega Lossa. «Aumentare il numero dei partner, pronti, sia dal punto di vista finanziario che di competenze, a investire. Favorendo al contempo lo sviluppo di un ecosistema collaborativo. Continuare a cooperare con le più importanti piattaforme di cloud pubblico (AWS, Azure, ecc) con tool ad hoc, specializzati per la cloud security. Lavorare infine a un piano strutturato con le nostre piattaforme di managed service provider, in linea con la strategia di corporate, muovendoci in una logica sempre di più basata sul consumo (subscription) più che all’acquisto delle licenze».

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