Greenpeace ha portato oggi a Genova la Rainbow Warrior III, la nave che solcherà i mari italiani per chiedere ai governi un maggiore utilizzo delle risorse rinnovabili

La Rainbow Warrior III, la nave hitech di Greenpeace che veleggia nei mari italiani per sostenere la tutela dell’ambiente, ha raggiunto oggi il porto di Genova in occasione della riunione del Consiglio Europeo in cui si discuterà su come accrescere l’indipendenza energetica del Vecchio Continente. Al grido di “Non siamo un Paese per fossili”, l’imbarcazione dell’associazione pro ambiente metterà l’ancora in diversi porti della Penisola per sensibilizzare i governi continentali e l’opinione pubblica sullo sviluppo delle energie rinnovabili e la dismissione o riconversione delle centrali a carbone. L’associazione ha anche creato una petizione online per aiutarla a raggiungere questi obiettivi.

Il blitz di Greenpeace nel porto di La Spezia

Due giorni fa, alcuni attivisti di Greenpeace, che si è fortemente opposta con Slowfood alla liberalizzazione degli OGM, hanno scalato una delle due gru che nel porto di La Spezia spostano il carbone che alimenta la centrale elettrica Eugenio Montale dell’Enel. Durante il blitz è stato esposto un enorme striscione che recitava: “Il problema sono le fossili, la soluzione le rinnovabili. Possiamo scegliere: #NonFossilizziamoci!”. Questa non è la prima azione eclatante effettuata dagli attivisti pro ambiente. Nel 2013 la nave Arctic Sunrise, compagna della Rainbow Warrior III, ha fermato nel canale di Sicilia due pescherecci che utilizzavano reti a strascico, uno dei reati nei confronti del mare più comuni

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Greenpeace: meno idrocarburi più rinnovabili

Greenpeace, che ha provato a immaginare come sarebbe un mondo senza api, chiede all’Europa una profonda revisione del sistema energetico continentale. Gli obiettivi ritenuti irrinunciabili dall’associazione sono la riduzione del 55% dei gas serra entro il 2030 e una contemporanea spinta verso l’utilizzo di fonti rinnovabili  (+45%) e una maggiore efficienza energetica (+40%). Questi accorgimenti permetterebbero di diminuire la dipendenza dell’Europa dall’estero il 45% in più rispetto a quelli fissati dalla Commissione Europea.

Il nuovo presidente di Greenpeace, Andrea Purgatori, ha anche invitato il premier Matteo Renzi a partecipare alla campagna “Non siamo un Paese per fossili”. “Venga sulla Rainbow Warrior il presidente del consiglio, per vedere cosa si deve rottamare. I combustibili fossili. Lo aspettiamo nei prossimi porti che toccherà la nave verso il Sud dell’Italia”.