Allarme UE GDPR: rischio Italia fuori tempo massimo. Serve adeguarsi

Corrado Dati, SB Italia: “Grave ritardo”

La bacchettata arriva dalla UE: Italia, e molti altri Paesi dell’Unione, non sono ancora pronti per il GDPR. Il General Data Protection Regulation entrerà ufficialmente in vigore il 25 maggio 2018 ma la strada verso l’adeguamento di Paesi e aziende è ancora lunga.

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E’ questa la fotografia che ci fornisce Bruxelles e, in particolare, la commissaria Ue alla Giustizia Vera Jourova, che bacchetta i Paesi ritardatari che ad oggi, ovvero a 100 giorni dall’entrata in vigore del nuovo regolamento, non hanno provveduto ad adeguarsi alle nuove normative. Non si tratta solo di un problema italiano: in Europa, fanno eccezione solo Germania e Austria, i Paesi più diligenti da questo punto di vista, che hanno già provveduto ad approvare tutte le leggi necessarie per l’allineamento normativo con l’Ue.

Corrado Dati, ITSM Business Unit Manager di SB Italia, società specializzata in soluzioni IT per la gestione, l’integrazione e l’ottimizzazione dei processi aziendali, commenta così: “Il 25 maggio è una data importante: il nuovo regolamento porterà più diritti per i cittadini Europei e maggiore protezione per i consumatori. I dati che abbiamo raccolto con un’indagine sul grado di consapevolezza del GDPR da parte delle aziende italiane è in linea con l’allarme lanciato dall’Europa: le aziende interessate sono davvero in grave ritardo. Soprattutto in questo momento, affidarsi a professionisti preparati significa evitare di tralasciare aspetti importanti della normativa e farsi trovare pronti alla scadenza di Maggio. Ricordiamo che le sanzioni per chi non si adeguerà in tempo sono piuttosto salate: possono arrivare fino a 20 milioni di euro o il  4% del fatturato globale annuo”.

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