Il futuro degli smartwatch? Tornare analogici (o quasi)

Non c’è niente da fare: le persone non vogliono un gadget iper-tech al polso. Meglio guardare al passato per capire come ricominciare

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Apple non ha mai fornito dati ufficiali sulle vendite del Watch. E così Samsung e tutte le altre che, pallidamente, si sono affacciate nel settore delle tecnologie indossabili. Se le stesse compagnie si affrettano a rilasciare informazioni circa il successo degli smartphone un motivo ci sarà: troppo bassi i risultati dei wearable rispetto a ciò che ci si attendeva per un settore che, di fatto, non è mai esploso. Non è un caso se marchi storici dell’orologeria, come Fossil e Tag Heuer, abbiano pensato a un modo diverso per approcciare la tecnologia al polso: soluzioni ibride, non del tutto digitali, per accompagnare poco alla volta l’utente verso un contesto che potrebbe non soddisfarlo del tutto. Il futuro degli smartwatch parte allora da qui: guardarsi indietro per capire come prendere il meglio dal passato e integralo gradualmente dentro e fuori il quadrante.

Confusione al potere

Dove stia andando il settore degli orologi connessi è impossibile dirlo. Il panorama è più che mai confuso e pieno di offerte molto diverse tra loro. Se, come anticipato, la strada migliore pare essere quella della sobrietà, è da prendere in considerazione l’esempio di What?, brand austriaco che ha presentato Calendar Watch, la migliore declinazione di ciò che dovrebbe essere oggi uno smartwatch. Ha un corpo classico circondato da un quadrante con schermo e-paper, lo stesso dei lettori Kindle, che dura circa otto settimane con una singola ricarica. Quello che fa è indicare l’ora, la data e le fasce del giorno in cui abbiamo eventi o appuntamenti.

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Questi sono segnalati con delle sezioni grigie che corrispondono alla durata del promemoria specifico. Niente di più: la sua unica funzione è quella di ricordare i task della giornata, che vengono sincronizzati tramite un’app sul cellulare. Dimenticate notifiche di Facebook e WhatsApp, distanze coperte giornalmente e calorie bruciate. È l’orologio che torna a fare quello che sa fare meglio: l’orologio. Con un pizzico di hi-tech. È una soluzione vincente? Saranno i numeri a dirlo ma se tanti soggetti hanno deciso di ripensare, all’inverso, l’oggetto da polso, allora vuol dire che forse il mercato è andato oltre, sviluppando tecnologie di cui non si sentiva ancora l’esigenza.