Accenture, in sala si cambia

Costi ridotti, maggiore capacità di presidio delle tecnologie, compliance normativa. Le grandi banche italiane danno sempre più fiducia ad Accenture Capital Markets e ai suoi avanzati servizi di outsourcing IT

Si trova nella sede milanese di Assago del grande system integrator globale uno dei sette “delivery center” a livello mondiale di Accenture Capital Markets, un vero e proprio think tank di persone e competenze specializzate in soluzioni e servizi per le “trading room”, in italiano la sala mercati. Il ganglio vitale delle attività di compravendita titoli per banche di investimento, società di intermediazione, ma anche le grandi aziende che scambiano per esempio sui mercati delle commodities, le materie prime.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Qui nel Competence center di Assago, nato nel 2007 e oggi popolato da oltre 100 esperti, Accenture gestisce tutte le attività legate alla sua industry dei Capital Markets, a sua volta inserita, insieme a banking e insurance, nella divisione financial services. Il Centro – coordinato da Nicola Tassan sotto la guida di Antonella Aureli, managing director Capital Markets nella regione Igei (Italia, Grecia e mercati emergenti), in Accenture dal 1994 – sviluppa soluzioni software innovative e formazione in campo tecnico e normativo, destinate al mondo del trading. I servizi di integrazione dei vari sistemi normalmente utilizzati in sala cambi, garantiscono ai clienti maggiore efficienza, razionalizzazione dei costi, migliore gestione dei rischi. Soprattutto in uno scenario molto complesso ed esposto a fortissime pressioni. Il quadro economico, le normative che cambiano continuamente e il rapido evolversi delle tecnologie software a supporto del lavoro del trader inducono molte realtà di grandi dimensioni a collaborare con Accenture per usufruire dei servizi che l’integratgore ha industrializzato e ottimizzato in questi sette anni. «All’inizio – racconta Tassan, eravamo solo sedici. Oggi, abbiamo superato il centinaio di unità e continuiamo a selezionare e formare nuovi esperti».

Le attività svolte dal Centro di competenza includono consulenza strategica, progettazione di architetture, implementazione dei sistemi, integrazioni tra diversi pacchetti applicativi, process improvement, systems building e trading package integration. Il tutto articolato in tre grandi linee di business: l’application management e l’help desk specializzato sulle maggiori piattaforme software di trading, lo sviluppo di applicazioni e nuovi prodotti, e la system integration. «Il tratto distintivo di Accenture è la capacità di fondere tra loro le componenti tecnologiche pure con quelle funzionali, proprie dei processi interni ai nostri clienti. Quando siamo nati, pensare di remotizzare attività di assistenza alla sala mercato era una grossa sfida, ma siamo riusciti a vincerla». Tassan spiega che quello che tradizionalmente era un servizio gelosamente interno oggi, viene dato in outsourcing da clienti motivati nel trasformare costi fissi in costi variabili, mantenendo (se non potenziando) la capacità di presidio di processi estremamente complessi.

Accenture Capital Market ha stabilito relazioni di business con le maggiori realtà bancarie e finanziarie italiane e anche con grandi gruppi in settori come l’energia. Tassan afferma per esempio che Accenture Capital Market supporta l’80% delle installazioni italiane della piattaforma Murex, lo standard tecnologico di riferimento per la gestione di strumenti azionari complicati e rischiosi come i cosiddetti “derivati”. «Rispetto ai modelli tradizionali consentiamo risparmi pari al 15-20% sui precedenti costi legati ai servizi informatici». Ma un altro tangibile vantaggio è la possibilità di attingere a conoscenze specifiche in un ampio spettro di competenze proprie del mestiere del trader e delle tecnologie che lo supportano.

Anche per assicurare il mantenimento e la crescita di questo patrimonio culturale, conclude Antonella Aureli, il Centro di competenza capital market spinge molto sul pedale della formazione. «Formare gli esperti è molto oneroso quando si ha a che fare con piattaforme e business di tale complessità. In Italia, poi non ci sono scuole adatte, le università tendono a essere o troppo “economiche” o troppo “tecnologiche” e nessuno spiega a fondo le necessità infrastrutturali IT di una banca che opera nei mercati».

Leggi anche:  Il volume globale delle transazioni non-cash raggiungerà gli 1.3 trilioni nel 2023