Ricerca Acronis nel comparto industriale: solo metà delle aziende ritiene possibile una rapida ripresa dopo un’emergenza

Business continuity a rischio per l’inadeguatezza degli investimenti in protezione dei dati

Malgrado nel 2011 siano stati registrati livelli record di conflitti politici ed emergenze ambientali ed economiche, i risultati della ricerca Acronis Global Disaster Recovery (DR) Index 2012 relativi al settore industriale nello specifico edile e manifatturiero, rivelano che soltanto il 53% degli interpellati ha fiducia nella propria strategia di ripristino nell’eventualità di un’emergenza.

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La crisi economica globale impone ai produttori una maggiore attenzione alla riduzione dei costi e all’ottimizzazione delle risorse esistenti. Si spiega così la quasi metà (45%) degli intervistati che individua nella carenza di budget e risorse IT i maggiori ostacoli. Circa un decimo (11%) afferma di non investire affatto in sistemi di backup e DR; un quarto (25%) dichiara di non avere l’appoggio del proprio team dirigenziale. In un settore altamente competitivo, dove la tolleranza di eventuali downtime è pressoché pari a zero, è preoccupante che solo il 45% delle imprese affermi di non aspettarsi periodi di inattività consistenti in caso di eventi o emergenze di grave entità.

Anche le nuove tecnologie di virtualizzazione e cloud computing, che dovrebbero apportare maggiore efficienza alle organizzazioni, implicano nuove sfide per i reparti IT. La grande maggioranza (67%) dei manager IT del settore industriale interpellati concorda sul fatto che il maggiore ostacolo dei contesti ibridi è lo spostamento dei dati tra ambienti fisici, virtuali e cloud. Un quarto (26%) ha virtualizzato il 50% o più dei propri server di produzione, una cifra destinata a crescere del 30% nei prossimi 12 mesi. Nonostante l’incremento, molti lasciano i propri dati a rischio: quasi il 40% conferma di eseguire il backup dei server virtuali solo mensilmente o a intervalli non definiti.

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I timori relativi a sicurezza e disponibilità hanno finora rallentato l’adozione del cloud per il disaster recovery. Nel settore, tuttavia, si registra un cambiamento: il 94% degli interpellati ne prevede l’impiego in qualche sua forma entro i prossimi 12 mesi. Il 53% riconosce la potenziale riduzione dei costi operativi ottenibile, ma la maggior parte continua a non adottare il cloud per le strategie di backup. Quasi un terzo (29%), infine, afferma di non disporre di alcuna strategia di backup offsite.

Questo approccio incoerente provoca un’altrettanto incoerente gestione dei dati in ambienti ibridi, fisici, virtuali e cloud. In troppi si affidano ancora a una serie di tool differenti per le varie sedi, e oltre un terzo (36%) usa tre o più soluzioni diverse per proteggere i propri dati. Le stesse vengono impiegate per attività diverse quali il backup dei dati, l’imaging del sistema, l’applicazione di patch, migrazioni e testing, rendendo i sistemi inefficienti e soggetti a errori.

Commentando i risultati, Mauro Papini, Country Manager di Acronis Italia ha affermato: “Il settore industriale subisce pressioni in costante aumento. Le eccellenze nella gestione della qualità, l’ottimizzazione e l’automazione del comparto sono innegabili, ma è altrettanto chiaro che le strategie di backup e DR applicate non stanno al passo con la crescente adozione della virtualizzazione. La velocità è un fattore chiave di differenziazione, l’aumento della produttività una priorità strategica; entrambe aumentano l’intolleranza di potenziali downtime. Per le organizzazioni del settore industriale che mirano a consolidare e uniformare i piani di backup e DR, l’unica strada percorribile è l’adozione della nuova tecnologia. Così facendo, i livelli di fiducia aumenteranno e il compito dei manager IT risulterà semplificato.”

 

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