Addio XP, vecchio amico mio

Dopo 12 anni, circa 4 generazioni in termini di sistemi operativi, il 4 aprile il famoso sistema operativo di Microsoft va in pensione. Inadeguato in termini di sicurezza e ai nuovi dispositivi, mantiene però ancora oggi un installato di tutto rispetto nella Pmi, come dimostra una ricerca commissionata a IDC. Ma il cambio sembra inevitabile

Più che un vero e proprio elogio funebre, quello che si è celebrato ieri durante la conferenza stampa di Microsoft è apparso piuttosto un invito a molti a lasciare andare in pensione tranquillo un sistema operativo che ha fatto un pezzo importante di storia. Non è stato scalzato da Vista e neanche da Windows7 e da Windows 8, nemmeno dopo l’introduzione della versione 8.1. Apparso nel 2001 (circa nel mezzo del cammin della vita di Windows) ha segnato una svolta importante soprattutto con l’apparizione della SP2 (qualcuno parò addirittura di un nuovo sistema operativo più che una service pack).

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Ad aprire gli interventi Carlo Purassanta, dal primo di febbraio nuovo amministratore delegato di Microsoft Italia. Per molti, il vecchio sistema operativo svolge ancora in modo adeguato alle loro esigenze il proprio ruolo; infatti il 24% delle piccole e medie aziende lavora con Windows XP per oltre l’80% del parco PC aziendali, mentre tra i singoli utenti privati, la percentuale si assesta al 16% (e anche questo dovrebbe far riflettere). Ma se il vecchio caro XP svolge ancora in modo adeguato le sue funzioni, perché dover passare a un nuovo sistema operativo? La risposta secondo Purassanta è duplice. Da una parte le esigenze in termini di sicurezza richiedono un sistema operativo più adeguato che sappia adattarsi alle caratteristiche dei nuovi dispositivi hardware dove il tema della security è arrivato anche a livello di processore. Dall’altra, il fatto che grazie all’abbinamento dei nuovi sistemi operativi con nuovi dispositivi, la produttività aumenta sensibilmente. Ha infine sottilineato il fatto che la scelta del -1, ovvero non dell’ultimo prodotto al fine di una maggior garanzia di stabilità è ormai un tema superato da un continuo monitoraggio e che la scelta corretta è quella di Windows 8.1 in attesa di una nuova release che dovrebbe apparire in primavera.

Leggi anche:  Le competenze tecnologiche più richieste nell’era dell’AI

Tocca a Carlo Mauceli, National Digital Officer della filiale italiana di Microsoft, fare il punto sul tema della sicurezza e sulla necessità anche e soprattutto per la PMI di passare a piattaforme più sicure. Conscia della necessità di dare una mano alle aziende a fare questo passaggio importante, ha annunciato che Microsoft continuerà a supportare XP a livello di di motore e signature fino al 14 luglio 2015 quando si concluderà definitivamente un’era che comunque ha già abbondantemente superato i 10 anni della lifecycle policy di Microsoft. Ha comunque sottolineato il fatto di come l’attenzione nei confronti di un continuo e costante monitoraggio della sicurezza, concretizzato da continue patch sia centrale nella politica dell’azienda in cui opera. Attenzione quindi a quei sistemi operativi (e non è difficile intuire a cosa facesse riferimento) e a quelle applicazioni e programmi che non adottano questa politica di costante aggiornamento periodico.

E’ stata quindi la volta di Fabio Rizzotto, Research and Consulting Director, e Giancarlo Vercellino, Research and Consulting Manager, entrambi di IDC Italia che hanno riconfermato il quadro emerso dalla ricerca, non certo incoraggiante, della situazione della Pmi italiana. Al di là del fatto di una consistente presenza di piattaforme XP, spesso sintomo di hardware obsoleto, è emerso come circa il 44% delle Pmi non hanno una persona che si dedica al tema della sicurezza aziendale e destinano meno del 10% alla gestione del problema.

Claudia Bonatti, Direttore della Divisione Windows Client di Microsoft Italia, ha ribadito come oggi i dispositivi in grado di supportare appieno tutte le funzionalità del nuovo sistema operativo Microsoft, oltre a garantire sicurezza e produttività di gran luga superiore rispetto al passato, hanno costi decisamente più contenuti.

Leggi anche:  Aruba presenta la sua soluzione di Aruba Managed Kubernetes a KubeCon 2024

Il tutto si è concluso con l’intervento di Alberto Trigari, Direttore Commerciale di Progel SpA, un’azienda partner di Microsoft dal 1995 che ha illustrato ai presenti il ridotto impatto richiesto per gli adeguamenti al nuovo sistema operativo e con quello di Dario Padrone, Direttore sistemi informativi e ingegneria clinica – Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino – IST, Genova il quale ha illustrato come sia stato possibile un adeguamento a Windows 7 in una struttura dalle dimensioni importanti in tempi decisamente accettabili e tutti i vantaggi che ne sono derivati: risparmio di 100.000 euro all’anno, riduzione del 90% dei guasti hw; migliore qualità e continuità del servizio; ottimizzazione della sicurezza.