Akamai: un biennio tra e-commerce e cybersecurity

I trend degli ultimi mesi e le previsioni del 2014 parlano chiaro: commercio elettronico, internet delle cose e sicurezza informatica

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Akamai, azienda che gestisce tra il 15% e il 30% del traffico web mondiale ogni giorno, ha tracciato i trend globali di cosa le persone fanno su internet. Il dato più evidente è che il traffico mobile sta velocemente raggiungendo quello via desktop, con un sorpasso previsto per il 2017. Una crescita che viene confermata dagli ultimi dati sul Black Friday e il Cyber Monday, due occasioni durante le quali il web é diventato il più grande centro commerciale al mondo.

Il panorama dell’e-commerce nazionale

Luca Collacciani, Regional Manager di Akamai, ha individuato i trend e le tecnologie che potrebbero caratterizzare il prossimo anno, già lanciate durante l’attuale e pronte per confermarsi. “Quello che le aziende italiane devono capire – spiega Luca Collacciani – é che il web é diventato talmente veloce e capace di adattarsi a diverse forme e contenuti che non si può più rimanerne fuori. Non basta lanciare un sito di e-commerce e mettere i prodotti in vendita. Capita troppo spesso che negozi online italiani non siano facilmente fruibili come quelli esteri, Amazon tra tutti, si bloccano, non sono accessibili da mobile e soffrono di incertezze di svilippo. Ovviamente non tutti, ma dovrebbero esservi precise linee guida nello sviluppo di un portale di commercio elettronico.

Il settore media

Uno dei trend principali, a livello di monetizzazione per le aziende, è di certo l’ads online. “In Italia – continua Collacciani – c’è ancora la cattiva abitudine di trasportare le classiche pubblicità televisive sul web, così come sono. Mi capita spesso di essere con lo smartphone in treno e dovermi sorbire 30 secondi di pubblicità per fruire di un contenuto di 20 secondi. Manca la capacità di saper contestualizzare gli ads a seconda della piattaforma, ancora prima di targetizzare il pubblico. Si tratta di una serie di difficoltà che bloccano il successo della pubblicità online, perché le aziende credono di poter monetizzare subito e tanto, al pari degli investimenti sui media classici. Ovviamente non è così”.

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Internet delle cose

Nel 2020 ci saranno almeno 30 miliardi di dispositivi connessi. Quale impatto per le reti sviluppate da questi device? Negli Stati Uniti ci sono già alcuni sviluppi. Ad esempio a Cincinnati i cittadini gettano i rifiuti in cassonetti intelligenti che inviano i dati al comune per generare tasse “pay as you throw”, ovvero relative alla quantità reale di rifiuto prodotto”. Un altro esempio, che con probabilità arriverà anche in Italia, è Nest, il termostato che permette di risparmiare sul riscaldamento attraverso una semplice app e una connessione Wi-Fi. Interessante anche il Dorbell, classico videocitofono che, connesso ad una rete Wi-Fi, permette di rispondere ad una chiamata direttamente dallo smartphone con un’app. In questo modo si può essere sempre raggiungibile anche quando non siamo a casa.

Assistenti personali

Siri e Google Now sono le protagoniste indiscusse del settore ma molte altre potrebbero lanciare i propri assistenti virtuali. Un esempio è l’intreccio tra social e offerta commerciale di app come Foursquare e iBeacons, che utilizzano per il momento solo la geolocalizzazione per informare gli utenti su cosa c’è intorno a loro. Nel 2014 queste app, come altre, potrebbero raccogliere nuove informazioni sui loro iscritti, per offrire un servizio maggiormente personalizzato, con compromessi sul lato privacy.

Cybersecurity

Il trend principale è la moneta Bitcoin. “Akamai cerca di spiegare come si possono proteggere gli utenti da truffe e raggiri online che riguardano la valuta elettronica” – spiega Rodolfo D’Agostino, Partner Enablement Manager di Akamai. Senza scendere nei dettagli, é importante capire come i Bitcoin potranno diventare un’alternativa ai correnti metodi di pagamento, non una reale sostituzione. “Pochi giorni fa una persona negli Stati Uniti ha acquistato un modello di auto Tesla per 13 mila dollari, tutti pagati tramite Bitcoin – spiega Rodolfo – questo vuol dire che non solo le persone normali si stanno interessando alla moneta che si può “minare” ma anche i vendor cominciano ad accettare il nuovo sistema”. Più utenti usano Bitocin, più i cirminali informatici se ne interessano, con un’evidente crescita di minacce sulle piattaforme che li conservano.

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L’evoluzione delle minacce sarà costante, a livello globale, per tutto il 2014. Akamai stima che entro la fine del 2013 i propri clienti riporteranno un numero di attacchi DDoS superiore al 30% rispetto al 2012. Targeting più accurato e di natura “slow&low” (Slow POST e HashDos) saranno le tecniche in crescita nel 2014, non più rivolte al front-end ma al back-end. Akamai pubblica ogni trimestre lo “State of the internet”, report che scatta una panoramica sulla velocità delle connessioni internet nel mondo, penetrazione ed eventuali minacce e blocchi, da parte di gruppi e governi.