Apps che non t’a(pp)spetti

Il cosiddetto switch-off televisivo, ovvero il passaggio delle trasmissioni TV dalle tecnologie analogiche – che ci hanno accompagnato nel nostro vivere quotidiano per più di un mezzo secolo – a quello digitale è stato completato nel nostro Paese lo scorso 4 luglio 2012. Nel Regno Unito poco tempo dopo, ovvero 24 Ottobre 2012 ed è da qui che ci arriva, proprio in questa giornata, l’interessante notizia che mi accingo a raccontarvi, esattamente dal Galles

Il Digitale Terrestre, ricordiamo, ha una serie di vantaggi innegabili rispetto al passato, ad esempio: migliori qualità video e audio, possibilità di trasmissione ad alta definizione, possibilità di inviare trasmissioni multilingue, maggior numero di canali disponibili, interattività attraverso il telecomando. Proprio su quest’ultimo aspetto si stanno concentrando ultimamente le attenzioni, in modo da renderne più gradevole e coinvolgente l’utilizzo e in modo da contrastare, in un certo senso, “l’invasione di internet” che con i suoi contenuti multimediali e la sua naturale interattività sta da tempo facendo perdere quote di mercato al tradizionale mezzo televisivo. Per questo motivo, insieme ai servizi interattivi esistenti – tipo la guida dei programmi – se ne stanno affiancando di nuovi, quali il recente “telecomando integrato” che permette di scegliere con grande facilità il canale televisivo su cui ci si vuole sintonizzare, digitando semplicemente il “pulsante rosso” disponibile in tutti i telecomandi, purché il ricevitore sia qualificato a un certo livello di standard (bollino blu per quelli standard o gold per quelli ad alta definizione).

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La notizia gustosa che ci arriva oggi dal professor Pysgod O’Ebrill dell’università di Cardiff – Galles come giustappunto scrivo all’inizio – è che nel prossimo futuro potremo fare molto di più, perché, sfruttando le componenti di frequenza prossime tra il digitale terrestre e le comunicazioni mobili digitali, è possibile creare delle apps multipiattaforma (ovvero che possono girare indifferentemente in qualsiasi tipo di smartphone) che fanno diventare lo smartphone il telecomando del tv, ma con ulteriori funzioni di collegamento, tanto che lo smartphone e la tv possono a questo punto comunicare come se fossero due pc in rete.

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Ma le rose hanno anche delle spine e il professor Pysgod O’Ebrill, pur nella felicità del successo, è consapevole dei potenziali rischi e ci narra che durante uno dei test lo smartphone ha cominciato a inviare, senza che ce ne fosse volontà, dati particolari alla TV e questo lo ha messo in un certo imbarazzo. Infatti in tutti gli schermi della contea (per fortuna si era sintonizzato su una rete locale, altrimenti il segnale sarebbe stato diffuso in tutto il Regno) sono apparsi l’elenco dei numeri della rubrica e anche i contenuti di alcuni sms piccanti inviati alla sua amante, che combinazione era grande amica (o meglio ex-amica) della sua dolce metà e insieme stavano gustandosi il classico tè delle cinque. Probabilmente per questo motivo il filmato della sua intervista – che potete trovare su youtube sezione acquario – lo ritrae con una vistosa ecchimosi sull’occhio destro, ma, come ben si sa, le vie del successo sono lastricate di difficoltà e non sarà questo piccolo incidente a fermare la scienza… Meditiamo, Gente, meditiamo 🙂

Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui

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