La “Maturità digitale”? A 11 anni

L’ultimo Digital Diaries Installment di AVG Technologies rivela che la competenza tecnologia si raggiunge in media a 11 anni

Nell’odierna società con al centro la tecnologia, bambini, ragazzi e adolescenti trascorrono il proprio tempo interagendo con dispositivi digitali come mai prima d’ora. Per sviluppare una migliore comprensione di come questo fenomeno impatti sulla vita dei giovani di oggi, AVG Technologies, primaria società produttrice di software per la sicurezza Internet e mobile, ha istituito i Digital Diaries, una serie di studi che prendono in esame le abitudini tecnologiche di diversi utenti divisi per gruppi di età.

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AVG Technologies parla di “maturità digitale”, il quarto capitolo della ricerca, che ha studiato il ciclo di vita digitale dei bambini. Questa fase rivela che gli utenti con età media di 11 anni, pur non gestendo un portafoglio di azioni o pagamenti online, hanno un comportamento sulla rete che rispecchia da vicino quello di un adulto. I pre-adolescenti, trascorrono molto tempo sui social network, dispositivi mobili e giochi online.

Il risultato: i pre-adolescenti sono costretti ad affrontare situazioni sociali complesse che richiedono un ragionamento adulto, molto prima che siano pronti.

“I bambini interagiscono con la rete precocemente e molti sviluppato la maturità tecnica degli adulti in giovane età. Tuttavia, loro non hanno la capacità intellettuale o emozionale necessaria per prendere le decisioni giuste in molte situazioni complesse che si presentano quando sono online” ha affermato JR Smith, CEO di AVG Technologies. “E’ importante che i genitori comprendano il ruolo che gioca la tecnologia nelle vite dei loro figli. Questa può aiutare i ragazzi a essere intelligenti ma anche al sicuro, dando ai genitori la massima tranquillità”.

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Chi sa di più?

L’analisi sulla “maturità digitale” mostra che nel complesso soltanto l’8 per cento dei genitori crede che i propri figli di età compresa tra 10 e i 13, conoscano meglio di loro il mondo di Internet. I padri tendono a dichiarare che conoscono meglio il mezzo, ma solo il due per cento dichiara effettivamente che i propri bambini siano più preparati di loro.

I genitori coinvolti nella ricerca dichiarano che più della metà dei pre-adolescenti dispone di un PC (ad esclusione della Nuova Zelanda e Giappone). Questo indica che spesso i più giovani non sono supervisionati dai genitori in tempo reale nelle loro attività online.

“Sicurezza Social”

L’indagine sottolinea che la maggioranza dei genitori intervistati (92 per cento) si ritengono più sicuri su internet rispetto ai propri figli e nutrono molte perplessità in merito. Un incredibile 58 per cento dei genitori ammette che i ragazzi hanno accesso ai social network, contravvenendo direttamente alla limitazione prevista da Facebook che non autorizza l’iscrizione prima dei 13 anni.

Altri risultati chiave di questo ultima fase di ricerca sono i seguenti:

• il 50% dei pre-adolescenti nei paesi di lingua inglese, il 44 per cento a livello mondiale utilizza i social media sui propri telefoni cellulari.

• Solo uno su venti dei giovani di età tra i 10 – 13 anni sono stati vittime di cyber-bullismo secondo i propri genitori. Si va dal 9 per cento in Australia e negli Stati Uniti, al 3 per cento in Francia.

• Due terzi dei genitori affermano di conoscere le password dei propri figli. Negli Stati Uniti, questa sale al 78 per cento.

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• Sei genitori su dieci hanno avuto accesso al Pc dei propri bambini per controllare la loro attività online. Stati Uniti (72 per cento) e Canada (67 per cento) hanno più controllo, rispetto ai genitori nel Regno Unito (58 per cento).

• I pre-adolescenti in Italia (90 per cento), Repubblica Ceca (86 per cento) e Regno Unito (83 per cento) sono gli utenti che utilizzano maggiormente gli SMS, mentre quelli di Francia (61 per cento) e Australia (62 per cento) utilizzano meno questo servizio.

• Il 58 per cento dei ragazzi tra i 10-13 anni in Gran Bretagna utilizza il Pc nella propria casa, contro il 81 per cento in Germania, il 69 per cento in Francia, il 49 per cento in Italia, il 41 per cento negli Stati Uniti, 36 per cento in Australia e 11 per cento nella Repubblica ceca.

• I più giovani del Regno Unito (36 per cento) hanno più probabilità di possedere uno smartphone rispetto ai loro coetanei degli Stati Uniti (28 per cento) e dei francesi (16 per cento).

• Il 76 per cento degli italiani e il 72 per cento degli spagnoli hanno un proprio computer personale, meno i neozelandesi (40 per cento) e i canadesi (53 per cento).

“Gli adulti spesso danno per scontato che decenni di esperienze vadano in loro aiuto ogni volta che stabiliscono una relazione con altre persone”, ha continuato Smith. “Tuttavia non si possono affrontare le situazioni sociali senza dover conciliare tutta una serie di questioni complesse, dal semplice galateo alle invasioni della privacy, questioni di natura sessuale e molto altro. In tema quindi di “maturità digitale”, i genitori devono aiutare i pre-adolescenti ad approcciare il mondo online con la fiducia di potersi rivolgere a loro in maniera aperta su qualsiasi argomento.”

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Smith crede che la contraddizione tra la “maturità digitale” e l’infanzia, dove si deve raggiungere la maturità emotiva e intellettuale, sia un mix esplosivo per i pre-adolescenti. “Il fenomeno crea una vera e propria situazione limite dove gli adolescenti si trovano a determinare arbitrariamente i criteri alla base delle proprie scelte. Il risultato finale risulta essere un ambiente privo di regole sociali ed etica”, ha detto Smith. “In qualità di adulti dobbiamo capire che questo paradosso crea una situazione che favorisce i bulli e rende vittime i ragazzi. La buona notizia è che la situazione può essere facilmente risolta – i genitori devono impegnarsi, fissare dei limiti, e aiutare i loro ragazzi ad affrontare insieme il viaggio nel mondo dell’informazione”.