Ballmer ai giovani Startupper: siate tenaci!

Roma sarà davvero il cuore pulsante delle start – up del Sud Europa e del Mediterraneo? Ne è certo Gianmarco Carnovale, presidente di Roma Startup, all’evento “ Building the Vision” , promosso da World Wide Rome insieme a InnovAction Lab e Codemotion in collaborazione con Microsoft il 5 novembre 2013 al Teatro Eliseo a Roma

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Un incontro nato con lo scopo di stimolare idee per fare impresa, una manifestazione dedicata all’interazione tra il mondo delle imprese tecnologiche innovative e il mondo dei venture capitalist. “Siamo degli eccezionali creativi, capaci di creare degli standard di qualità inimitabili in qualsiasi settore. Ma in questo momento ciò che ci domina è il pessimismo. Abbiamo delle risorse, spesso vengono messi a disposizione anche finanziamenti regionali, ma non sono sufficienti per dar vita ad un nuovo ecosistema di start-up. E’ necessario aumentare le iniziative private, implementare la nascita di Venture Capital e superare la paura di investire in realtà diverse dai tradizionali titoli di Stato. Abbiamo bisogno di ottimismo, di vedere che qualcuno crede ancora in noi, per ricordarci quello che siamo in grado di fare”. Questo il monito rivolto da Carnovale, a tutti i giovani ideatori di start-up. Dopo di lui, prende la parola Augusto Coppola per il quale “l’innovazione non può essere insegnata perché significherebbe negare tutto ciò che si apprende dai libri. L’innovazione può nascere soltanto dal coraggio di competere con chi è più bravo di noi. Dobbiamo smettere di vedere l’altro come un nemico e dare avvio ad una co-opetition, ovvero dobbiamo iniziare a giocare con gli altri riconoscendo che il plusvalore altrui può essere fonte di crescita per tutti, anziché un bene finalizzato a se stesso”.

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In tre anni InnovAction Lab, il programma di accelerazione di Coppola, ha finanziato trenta start-up e raccolto oltre quattro milioni di euro. Come annunciato dallo stesso fondatore, inoltre, il prossimo anno InnovAction lab potrà disporre dei finanziamenti di JP Morgan Chase Foundation. 

Hanno partecipato all’evento altri rappresentanti del mondo delle start-up italiane, tra i quali citiamo Luigi Capello, fondatore di Enlabs/Luiss, Paolo Borella, direttore di Appcampus, Chiara Russo, co-founder di Codemotion, Gianluca Dettori, fondatore e presidente di Dpixel, Riccardo Luna, ex direttore di Wired Italia e le startup romane Mangatar, GamePix e LeCigogne.

Tuttavia è solo quando prende la parola Steve Ballmer, CEO di Microsoft, che l’evento arriva al suo apice.

Carisma, entusiasmo, sorriso da bambino e sguardo trasognato. Ma soprattutto tanta energia e determinazione. Così si presenta Ballmer, nonostante sia oramai al termine della sua carriera in Microsoft. “Siamo felici di vedere così tanti giovani italiani prendere in mano il proprio futuro e lasciare un impatto reale nelle rispettive comunità e siamo entusiasti di poter contribuire al loro successo attraverso YouthSpark e in particolare attraverso opportunità di formazione utili ad accedere al mondo del lavoro, anche attraverso la creazione di una propria impresa. Solo in Italia abbiamo formato oltre 25.000 giovani e continueremo a investire per permettere a migliaia di ulteriori ragazzi e ragazze di avere le stesse opportunità”.

Per realizzare una start- up, sempre secondo Ballmer, bisogna avere la passione e la tenacia di perseguire un’idea nel tempo, di conservarla e svilupparla con l’aiuto delle innovazioni tecnologiche. Non si può ottenere tutto e subito: dietro ogni grande idea c’è la capacità di saper aspettare. Anche l’azienda più veloce – conclude -, cioè Google, per diventare il successo che è oggi ha impiegato otto anni, Amazon ce ne ha messi dieci e Microsoft ne ha impiegati tra i dieci e i quattordici.

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Conclude l’evento Stefano Venditti, Presidente di Asset Camera, che ha ribadito la necessità non tanto di abolire il sistema economico tradizionale, quanto piuttosto di contaminarlo con la cultura dell’innovazione e del digitale. Ma così è per Roma? Per dirla con le parole di Flaubert: “Era Roma che amavo, la Roma imperiale, questa bella regina che si rotola nell’orgia, sporcando la sua nobile veste con il vino della depravazione, fiera dei suoi vizi più che delle sue virtù.” E non c’era Paese che la limitasse. Era e non è più il cuore pulsante dell’economia e della cultura. Adesso, solo grazie alla presa di consapevolezza della propria limitatezza, nei confronti del mondo, può risplendere. Ma non come prima e non più di prima. Non è questa, però, la risposta. Riuscirà mai ad essere competitiva a livello internazionale? Questa è la domanda. Solo le start-up lo sapranno.