Big data: in EMEA c’è ancora molta confusione

Oracle ha utilizzato la ricerca Oracle Next Generation Datacentre Index come opportunità per verificare le percezioni e la capacità di comprensione rispetto ai Big Data presso circa 1.000 aziende dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Russia). È stato così prodotto un specifico report, il Big Data Readiness Report

Dall’analisi emerge che non c’è unità di vedute sulle caratteristiche principali dei Big Data. Al contempo viene messo in luce il clima di confusione che avvolge le dinamiche di cambiamento necessarie per implementare i Big Data; nello specifico alcune aziende ritengono che si verificherà un cambiamento radicale, mentre altre che sarà necessario solo intervenire con progetti di integrazione alle tecnologie già esistenti.

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Principali risultati

Frutto della collaborazione tra Quocirca e Oracle, lo studio ha messo in luce come in Europa e in Medio Oriente il concetto di Big Data non sia ancora pienamente compreso, e come sia di conseguenza necessaria un’azione proattiva da parte delle imprese affinché possano iniziare a beneficiare di questa tecnologia.

Uno dei risultati dell’analisi che ha maggiormente sorpreso è che i tre quarti delle aziende intervistate non attribuiscono grande importanza ai Big Data:

– un quarto di esse ha affermato che negli ultimi due anni la risorsa dei Big Data ha avuto “un’importanza alquanto limitata” al proprio interno;

– Russia e Penisola Iberica sono le aree in cui tale giudizio ha raggiunto le percentuali maggiori.

Per contro, l’analisi ha anche rivelato che un altro quarto di imprese considera i Big Data come elemento differenziante o come aspetto della massima priorità per i prossimi due anni.

– La percentuale più alta è stata riscontrata tra le aziende del Regno Unito.

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Massima importanza ai Big Data viene data da settori quali telecomunicazioni (61%) e utilities (41%); al contrario, quelli che considerano tale tecnologia poco rilevante sono la sanità (35%) e il retail (31%).

Lo studio scende nel dettaglio in termini di differenze regionali per quanto concerne il livello di comprensione dei Big Data e degli strumenti correlati, la percezione dell’importanza che la tecnologia ricopre e i livelli di implementazione nei Paesi intervistati. Per consultare il report cliccare qui.

Andrew Sutherland, Senior Vice President, Technology, Oracle EMEA, ha commentato: “I Big Data rappresentano da un lato una delle maggiori sfide per le imprese che oggi operano sul mercato europeo e medio-orientale, e dall’altro un’incredibile opportunità. Per questo è necessario che a livello aziendale vi sia una chiara consapevolezza rispetto alla modalità di approccio verso i Big Data; il sondaggio ha però rivelato un quadro di grande confusione e incertezza tra le imprese europee e medio orientali. È quindi auspicabile un primo passo proattivo affinché la tecnologia dei Big Data possa essere sfruttata con successo”.