Biologia sintetica, ottenuto Dna “potenziato” capace di replicarsi

Importantissimo risultato ottenuto da un gruppo di ricerca statunitense guidato dall’Istituto di ricerca Scripps e pubblicato sulla rivista scientifica Nature: il primo organismo semi-sintetico, in grado di replicarsi e di trasmettere il proprio Dna intattoma la portata innovativa nel campo della biologia sintetica sta anche nel fatto che il Dna trasmesso è stato potenziato,  aggiungendo X e Y accanto alle tradizionali lettere che compongono l’alfabeto della vita.

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«È un “tipo” di vita totalmente nuova – spiega il genetista Edoardo Boncinelli, dell’università Vita e Salute di Milano – che finora non c’era. Si tratta di un lavoro molto rivoluzionario in quanto è la dimostrazione che la vita può essere diversa anche da quella che è stata sin dall’inizio, da 4 miliardi di anni». E la novità è rappresentata proprio da quelle due lettere in più in aggiunta alla mappatura genetica che fino adesso ha contraddistinto la vita come la conosciamo.

Due lettere in più per una vita diversa

Accanto alle tradizionali 4 lettere, A, C, G e T, (le cosiddette basi), gli studiosi hanno aggiunto all’interno del genoma di un comune batterio Escherichia Coli due nuove lettere, X e Y, che non solo si sono integrate nella sequenza perfettamente, ma hanno anche dimostrato di sapersi replicare nelle generazioni successive.

Lo studio si è basato sulla modifica del Dna dell’organismo, inducendo la creazione di una proteina trasportatrice che aiutasse l’inserimento delle nuove lettere nel tratto di genoma chiamato plasmide. X e Y così inserite riescono persino a superare il controllo delle speciali molecole “poliziotto”, che hanno solitamente il compito di eliminare eventuali anomalie nella sequenza genetica.

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Il prossimo importante risultato a cui aspirano ora gli scienziati è quello di inserire le nuove basi anche in sezioni di Dna più importanti: si tratta di quelle parti utilizzate dalla cellula come `libretto di istruzioni´ per la creazione di nuove proteine.

Quali applicazioni?

Di fronte a queste affascinanti scoperte genetiche tuttavia gli studiosi stessi si interrogano sulla concreta utilità e applicazione di determinati risultati scientifici ottenuti. Ad esempio lo studio in questione apre alla possibilità di ampliare l’alfabeto genetico, inducendo le cellule a costruire proteine con mattoni nuovi, attualmente non esistenti in natura.

«In realtà – ha aggiunto Boncinelli – non so cosa ce ne faremo! Nel senso che già oggi siamo in grado di indurre la produzione di molecole e proteine che non esistono in natura e non credo, anche se in futuro sarò certamente essere smentito, che si otterranno grandi applicazioni da tutto questo. Si tratta di una grandissima scoperta ma lo è soprattutto a livello concettuale».