Brain Initiative: scoperti nuovi e straordinari segreti del cervello

Il cervello è ancora attivo dopo la morte, anche se per poco

I ricercatori della Brain Initiative hanno realizzato la prima mappa di una rete neurale di un topo e un modello del cervello umano in cui sono segnalati come i diversi geni si attivano e disattivano

Oggi ricorre il primo anno dal lancio della Brain Initiative, un progetto di ricerca sul cervello sovvenzionato dal Governo USA per indagare i misteri di questo straordinario organo di cui è stata scoperta la zona dove risiede l’ansia. Per quest’occasione sono stati presentati i primi risultati di due diversi studi. Il primo riguarda la codifica dei geni dei neuroni per scoprire come il cervello ne gestisce l’attivazione, mentre il secondo ha fornito la prima mappa di una rete neurale di un topo.

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Un aiuto contro l’autismo

I ricercatori dell’Allen Istitute for Brain Science hanno utilizzato i dati del BrainSpan Atlas, disponibili per tutti gli scienziati presso l’Allen Brain Atlas, per realizzare un mappa in HD del cervello umano. Il modello segnala dettagliatamente tutti i punti della corteccia in cui i differenti geni si attivano e disattivano nel corso dello sviluppo durante la gravidanza. “Sapere dove un gene viene espresso nel cervello è in grado di fornire potenti indizi sul suo ruolo”, ha spiegato Ed Lein, ricercatore dell’Istituto.

La mappa è stata particolarmente utile per scoprire i geni ritenuti responsabili dell’autismo, patologia che si sviluppa proprio durante la gestazione. “Abbiamo usato le mappe per trovare un hub dell’azione genetica che potrebbe essere collegato all’autismo, e posso dire che ne abbiamo identificato uno”, ha affermato Lein.

La prima mappa di una rete neurale

Il team di ricerca dell’Allen Istitute guidato da Hongkui Zeng ha invece realizzato la prima mappa della connettività neurale del cervello di un mammifero, nello specifico di un topo. Il progetto permette di vedere nel modo più dettagliato mai realizzato come le diverse regioni del cervello del roditore comunicano tra loro. Secondo gli esperti, una ricerca di questo tipo potrà essere utile per mappare in seguito anche le reti neurali umane.

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