Buon compleanno Google: da un garage ai Glass

Festeggia 15 anni l’azienda che più di altre ha cambiato faccia al web. Nel bene e nel male

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Google is evil?” si chiedeva Wired USA un anno fa giocando sulla stessa frase che l’azienda aveva utilizzato per affermare di utilizzare sempre i dati degli utenti per scopi etici e non per proprio interesse. Eppure Edward Snowden ha messo in luce tutta una serie di problematiche connesse all’utilizzo delle informazioni sensibili degli iscritti, nonostante la stessa Google neghi ogni tipo di coinvolgimento. 

Il colosso di Mountain View permea la nostra vita digitale di tutti i giorni. Hai voglia a dire che non usate prodotti Google, avete un iPhone e cercate su Bing. Prima o poi vi capiterà di regalare i vostri dati a Larry Page e Sergey Brin e sarete anche voi iscritti, per sempre, nell’elenco dei googler di tutto il mondo. Come la conosciamo oggi probabilmente Google è l’azienda più importante al mondo. Dopo solo 15 anni si è presa tutto: web, smartphone, tablet, anche le barrette di cioccolato. Tanto vale prendere una fetta di torta e festeggiare con loro.

La storia

Tutto è cominciato nel 1995 quando un dottorando della Stanford University, Sergey Brin, incontra lo studioso di informatica Larry Page e decidono di mettere su un progettino per rinvigorire il web, allora agli albori. Nel 1996 la coppia comincia a lavorare a “BlackRub”, un motore di ricerca che arriva ad indicizzare 75 milioni di URL in pochi mesi e che diventerà troppo grande per essere gestito dai server della Stanford. BlackRub divenne Google, i cui server vennere trasferiti in un garage della California il 4 settembre 1998.

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Mappe e pubblicità

Il passo è breve. Il web esce fuori dal web con l’arrivo delle prima Google Car che mappano il mondo e lo restituiscono su una singola pagina internet: Google Maps. Da qui si arriva a digitalizzare molti posti finora poco conosciuti, valli, monti e tramonti che ognuno di noi aveva immaginato ma che avrebbe potuto vedere solo in tv o al cinema. Il motore di tutto è la pubblicità. Google, con il tempo, si è trasformata in una advertising company, in grado di capitalizzare ogni singolo click che entra ed esce dai suoi server, arrivando a scatenare la preoccupazione di utenti e l’invidia dei concorrenti, come Microsoft che ha lanciato la campagna “don’t be scroogled”.

Rivoluzione Android

Il più grande punto di rottura con il passato, e quindi con la logica dell’essere solo un motore di ricerca, arriva nel 2003 con l’acquisizione di Android, sistema operativo open source sviluppato da Andry Rubin. Con lo sviluppo delle prime versioni di OS e di app apposite, Google da una pesante sferzata al mercato degli smartphone, da qualche anno territorio privato del primo (vero) iPhone 3GS. L’aver sfornato in casa anche alcuni pezzi pronti, come il Nexus 7 e il Nexus 4, hanno portato ulteriori guadagni nelle casse di Google, che ha imparato a dimenticare il fallimento del primo Google Nexus (con lo sciagurato limite di essere venduto solo su internet).

Il mondo in un Glass

Sarebbero davvero molti i progetti da poter nominare. Tra quelli più futuristici non si può fare a meno di ricordare i Google Glass, occhialini intelligenti che suscitano sempre un certo interesse prima ancora di essere ufficialmente lanciati sul mercato. Il predominio di Android nel panorama smartphone/tablet è oramai un fatto acquisito così come l’aver popolato oggetti domestici “alternativi” come macchine fotografiche, televisori, frigoriferi e orologi e prossimamente le auto.

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Per festeggiare i suoi 15 anni, Google ha realizzato un doodle interattivo dove gli utenti possono colpire una pignata a forma di stella e guadagnare più caramelle possibili.