CFO europei meno ottimisti circa la crescita economica

Le aziende europee investono in maniera mirata per crescere all’interno dell’economia globale

Mentre i CFO a livello globale prevedono almeno una modesta espansione economica durante il prossimo anno, in Europa i senior finance executive mostrano una visione decisamente meno ottimista.

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Secondo una recente ricerca condotta da CFO Research in collaborazione con American Express, in media il 68% dei senior finance executive di tutto il mondo prevede un’espansione economica. In Europa la debolezza sostanziale dell’economia ha frenato l’ottimismo tra i CFO europei in diversi settori, solo il 48% prevede, infatti, un’espansione economica durante il prossimo anno, mentre un ulteriore 27% prevede una contrazione. Tuttavia, i CFO europei rimangono ottimisti circa le prospettive generali per le loro aziende, rivelando l’intenzione di investire in modo mirato per la crescita, focalizzandosi sulle opportunità di business all’interno dell’economia globale.

Questi alcuni dei risultati diffusi dalla ricerca Business & Spending Monitor commissionata da American Express in collaborazione con CFO Research Global e arrivata alla sua sesta edizione, che mostra uno spaccato dei senior finance executive di Stati Uniti, Europa, Canada, America Latina, Asia e Australia.

Le aziende europee rivelano che non lasceranno nulla al caso quando si tratterà di acquisire nuovi clienti il prossimo anno. Il 34% dei CFO in Europa prevede di dare priorità alle vendite nei mercati in via di sviluppo, la stessa percentuale si concentrerà, invece, sul mercato interno, mentre il 27% ha gli occhi puntati sulle vendite nelle economie emergenti. Queste percentuali rivelano un sano programma di vendite sul mercato interno ed equilibrio delle esportazioni, eppure, alla richiesta di dove sia più probabile espandere la propria attività aziendale, le aziende europee sottolineano il significativo potenziale offerto dalle economie BRIC, identificando nell’ordine Cina (38%), Brasile (25%), Russia (25%), e India (23%), come mercati prioritari.

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Riguardo alla possibilità di cambiare il proprio focus nei confronti dei mercati emergenti, il 46% delle aziende europee intervistate si aspetta di aumentare le vendite e le attività di distribuzione, seguite da attività di produzione (39%) e outsourcing (36%), dimostrando l’impatto significativo che i mercati in via di sviluppo avranno sull’economia europea e globale nei prossimi anni.

Investire nel settore travel per costruire relazioni

La ricerca di quest’anno mostra il maggiore incremento di budget allocato per i viaggi d’affari dal 2008. Nonostante le condizioni economiche di instabilità in cui si trovano le aziende europee, il 48% degli intervistati afferma di prevedere una spesa maggiore per i viaggi d’affari rispetto allo scorso anno.

Come negli anni precedenti, i risultati dell’indagine indicano che le aziende scelgono di destinare le spese di viaggio all’attività più importante per la propria crescita: ovvero, incontrare i clienti. Secondo la ricerca, il 39% delle aziende europee spenderà di più e il 45% prevede di spendere la stessa cifra destinata per viaggi volti a incontrare clienti attuali o potenziali. Inoltre, gli intervistati europei destineranno circa la stessa cifra o oltre nei viaggi d’affari per incontrare fornitori o venditori (83%).

“Le aziende europee che perseguono un programma di crescita riconoscono il potenziale offerto dai mercati esteri, rivelando le possibilità presenti nelle proprie economie locali. Chiaramente, ciò dimostra la volontà di aumentare gli investimenti nei viaggi d’affari”, dichiara Piotr Pogorzelski, Vice President & General Manager Global Corporate Payments di American Express Italia. “Nel contesto economico attuale, tuttavia, gli executive europei continuano a essere prudenti quando si tratta di spese, il che significa che possiamo aspettarci un focus maggiore sul rapporto qualità-prezzo e un ritorno sugli investimenti significativo”.

L’evoluzione del ruolo del CFO

La ricerca mostra come il clima economico abbia rimodellato la funzione finanziaria all’interno delle aziende, trasformando il ruolo di financial expert in strategic business advisor. Poco meno dei due terzi degli intervistati (65%) concorda sul fatto che la recente crisi economica globale abbia migliorato, anche in maniera parziale, il profilo della funzione finanziaria e la sua influenza all’interno dell’azienda. In particolare, il CFO è diventato un catalizzatore, che orienta l’azienda al fine di eseguire le modifiche necessarie (31%) e allo stesso tempo un amministratore, in grado di guidare l’azienda nella gestione del rischio per garantire il rispetto degli obblighi di conformità (27%).

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Tra le tre abilità più importanti che il CFO avrà bisogno di sviluppare durante i prossimi due anni, gli intervistati citano il pensiero strategico (42%), la gestione del rischio (39%), e il fiuto per gli affari internazionali (38%). Incoraggiare l’innovazione (40%), mantenere l’attenzione verso i cambiamenti nei mercati esistenti (38%) e assumere un ruolo di leadership nel sostenere la crescita ricercando continuamente le novità (33%), sono, invece, i contributi maggiori che il CFO potrebbe apportare per consentire la crescita nel corso dei prossimi due anni.

Previsioni di crescita e spesa

La ricerca Global Business e Spending Monitor rileva, inoltre, che solo il 48% degli intervistati europei prevede una modesta espansione economica interna nei prossimi 12 mesi. Nel frattempo, le preoccupazioni per lo stallo politico sembrano prendere il sopravvento, infatti, il 78% degli intervistati ritiene che si ripercuoterà sulla crescita economica.

Nonostante queste preoccupazioni, gli executive europei prevedono di seguire un programma di spesa significativo nel prossimo anno, al fine di assicurare un buon posizionamento per sfruttare le opportunità di business, contrariamente allo scorso anno, quando i CFO in Europa dimostravano una maggiore attenzione nel mantenere le spese contenute. Tuttavia, la prudenza prevale ancora, nonostante si registrerà una spesa maggiore, rimarrà al contempo attenta. Il 76% circa degli intervistati concorda con il concetto che il loro vantaggio competitivo dipenderà dalla loro capacità di fornire sia valore ai clienti, sia di estrarre valore dalla supply chain.

Il 61% dei finance executive europei pianifica una spesa modesta e investimenti per sostenere la crescita del conto economico, migliorando la redditività, con un ulteriore 13% che prevede di aumentare la spesa reale e gli investimenti di oltre il 20%.

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I CFO europei stanno investendo strategicamente attraverso investimenti attenti, volti a raccogliere risultati nel lungo termine: le aree chiave in cui verrà effettuata una spesa maggiore saranno:

– Pubblicità, marketing e PR (34%), manodopera e personale (30%)

– Servizi professionali e business (30%)

– Sistemi aziendali e IT (21%)

– Hardware (29%)

L’utilizzo delle riserve di liquidità

Secondo la ricerca, nel corso dell’ultimo anno fiscale le aziende europee erano relativamente attente a mantenere le loro riserve di liquidità con il 47% degli intervistati che afferma di aver speso quanto pianificato, e poco meno di un terzo (31%), più del previsto. Nel prossimo esercizio, le aziende daranno priorità all’utilizzo di riserve di liquidità per acquisizioni (28%), pagamenti degli obblighi (26%) e per aumentare la spesa in ricerca e sviluppo (23%).

“A seguito della crisi economica sta cambiando il ruolo dei CFO europei, che hanno ora maggiore importanza all’interno dei CDA “, commenta Piotr Pogorzelski. “I CFO stanno anche preannunciando spese maggiori per quest’anno, il che rappresenta una buona notizia per l’economia generale in quanto investiranno per crescere nel lungo termine. Lavorare con il partner giusto per la crescita nel lungo periodo sarà fondamentale, in quanto molte aziende sono sempre più internazionali e alla ricerca di opportunità all’interno e all’esterno dell’Europa”.