Cinghiali radioattivi: partono le denunce e le analisi

Il Procuratore della Repubblica di Vercelli ha aperto un procedimento contro ignoti per “Avvelenamento di acque o di sostanze alimentari”. Nel frattempo i nuclei specializzati dei Carabinieri hanno iniziato le analisi per escludere rischi alla salute pubblica

Dopo la scoperta di cinghiali contaminati da cesio 137 radioattivo in Valsesia, il Procuratore della Repubblica di Vercelli, Paolo Tamponi, ha aperto un fascicolo contro ignoti per “Avvelenamento di acque o di sostanze alimentari”. Gli animali pare siano stati contaminati per la loro abitudine a nutrirsi di radici nascoste sotto il terreno. Scavando, hanno raggiunto il suolo colpito dalla nube tossica rilasciata da Chernobyl. I cinghiali “radioattivi” sono 27 e per la maggior parte sono stati abbattuti.

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Iniziano le analisi per scongiurare danni per l’uomo

Il Sostituto Procuratore Ezio Basso, che ha il compito di seguire le indagini, ha dato mandato al Nucleo antisofisticazioni e sanità e al Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri di effettuare analisi approfondite sugli animali per appurare se ci sono rischi per la sanità pubblica.

Il pericolo è minimo

I tecnici dell’Arma effettueranno campionamenti e analisi alimentari e di terra e acqua nella zona di abbattimento degli animali risultati contaminati. Spetterà poi all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Roma scoprire se il pericolo esiste o meno. Renato Balduzzi, ministro della salute, ha comunque ribadito che “i livelli di contaminazione riscontrati non costituiscono un rischio per la salute pubblica in considerazione dei limitati consumi di carne di cinghiale e selvaggina”.

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