Raccontare le rivoluzioni del mondo con i social network

Claudia Vago meglio conosciuta come “Tigella” in gran parte della Rete, è una cantastorie, per mestiere e per passione, incuriosita dalle tecnologie che offrono strumenti nuovi per raccontare in modi sempre diversi la politica, l’attualità, l’ecologia e il territorio.

Ho avuto modo di parlare con Lei del fenomeno della partecipazione a partire dalla Primavera Araba e da Occupy Wall Street che ha seguito da vicino raccontando l’anima dei movimenti spontanei che sono nati fuori dalla Rete, ma che grazie a quest’ultima hanno avuto una grandissima eco mediatica.

 

 

«Quando è scoppiata la Rivoluzione in Tunisia, che seguivo attraverso alcuni blogger tunisini, ho pensato fosse giusto propagare le informazioni anche in Italia dando evidenza di quello che stava succedendo. Il mio lavoro è stato di essere una cassa di risonanza del fenomeno, per fare ciò però è stato necessario verificare le informazioni garantendone l’affidabilità o meno, dando vita a una nuova forma di giornalismo. Dopo quest’esperienza ho seguito Occupy Wall Street anche andando sul campo per un mese documentando tutto quello che vedevo e sentivo.

È stato interessante anche l’esperimento che ho fatto, ovvero ho chiesto a tutte le persone che mi seguivano online di finanziare la mia missione negli Stati Uniti. Ho raccolto in dieci giorni i 2.600 € necessari per coprire le spese.

Le nuove tecnologie sono fondamentalmente dei fattori che abilitano a organizzarsi, a diffondere dei messaggi. Sono state importanti per coordinare persone distanti spesso anche l’una dall’altra e utili per far uscire da quei Paesi le informazioni verso l’esterno, bypassando i sistemi di controllo del regime. Le rivoluzioni però le fanno le persone che scendono in strada e non certo le tecnologie».

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