Il futuro del Web

“Il Web non é morto sta semplicemente crescendo e cambiando, insieme al suo protocollo HTTP che sta diventando il mezzo di accesso a tutte le applicazioni presenti nel Cloud”

Ogni giorno milioni di persone utilizzano la Rete, la vera innovazione del nuovo secolo. Ma cosa succede dietro le quinte? Il web di oggi è lo stesso di ieri? E soprattutto sarà lo stesso di domani? Sicuramente no, molto sta cambiando grazie al lavoro di molti ricercatori che lavorano per migliorare la nostra interazione con questi strumenti. Ne abbiamo parlato con Salvatore Loreto membro dell’IETF – Internet Engineering Task Force responsabile del gruppo di lavoro che si occupa del protocollo Websocket

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Solo poco tempo fa Anderson diceva che il “Web è morto”? In realtà non è così cosa sta succedendo nel settore?

Il Web, inizialmente concepito da Tim Berners-Lee alla fine degli anni 80 come una rete di documenti pubblicamente accessibili ed interconnesi (i.e. Hyperlink) tra loro, é diventato nella percezione comune sinonimo di tutto quello che é possibile fare attraverso un Browser ed il protocollo HTTP.

Se accettiamo che é Web solo ciò che si fa tramite Browser e che genera traffico HTTP si può capire l’affermazione di Anderson. Infatti, dall’analisi del traffico Internet si vede che solo il 15% del traffico Internet oggigiorno é generato dalla classica navigazione Web, mentre quasi il 50% é generato da traffico video (e.g. video on demand, IPTV etc) , il 30% dal file sharing (i.e. P2P) ed il 5% dal VoIP; il traffico Web (i.e. HTTP) é quindi solo una minima parte di tutto ciò che avviene in Internet. Inoltre sopratutto sui dispositivi mobili l’accesso all’informazione non avviene più tramite un Browser, ma attraverso Apps specializzate.

Tuttavia se definiamo il Web come una rete di informazioni, pubblicamente accessibili, interconnesse tra loro ed indipendenti dall’interfaccia che si utilizza per accedervi (e.g. Browser o App) lo scenario che ci appare é differente.

Ovviamente il media che contiene l’informazione si é evoluto: se alla fine degli anni 80 era principalmente testo, che poteva essere facilmente trasportato attraverso il protocollo HTTP, oggi l’informazione é sopratutto multimediale (e.g. audio e video) a cui si accede sempre attraverso un Hyperlink (i.e. URL) tramite il protocollo HTTP, che tuttavia non viene trasportato tramite HTTP ma genera invece traffico multimediale. Quindi analizzando il traffico generato sulla rete non dobbiamo contare come traffico Web solo il 15% del traffico generato dal protocollo http, ma anche buona parte del traffico Video e tra poco anche di quello VoIP e P2P.

Ecco perché a mio parere il Web non é morto sta semplicemente crescendo e cambiando, insieme al suo protocollo HTTP che sta diventando il mezzo di accesso a tutte le applicazioni presenti nel Cloud anche e sopratutto per aggirare il blocco del traffico effettuato dai Firewall. Il Browser dal canto suo é ormai la prima applicazione che si avvia su un computer e molto spesso l’unica, sempre più simile ad un Sistema Operativo ed in competizione con essi. (http://xkcd.com/934/)

Per contrastare il dominio delle apps c’è stato un grosso sviluppo delle web apps, qual è la tecnologia sottostante?

Lo sviluppo delle App é stato favorito dalla diffusione di tools di sviluppo facili da utilizzare, che permettono di creare interfacce semplici ed intuitive. Ciò ha portato alla rapida diffusione di tantissime Apps, molte delle quali non fanno altro che fornire un facile accesso a informazioni specifiche presenti sul Web, accessibili anche tramite Browser. Infatti, sopratutto sui dispositivi mobili (e.g. tablet, smartphone) é più immediato accedere alle informazioni tramite un App piuttosto che aprire un Browser ed iniziare a navigare alla ricerca di esse.

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Le web apps non sono nate per contrastare le Apps, ma sono piuttosto il prodotto dello sforzo comune dei Browsers vendors (e.g. Mozilla/Firefox, Microsoft/IE, Google/Chrome, Apple/Safari , Opera etc) di rilasciare nuove versioni dei propri browser che migliorino la programmabilità del Web e dei Browser, sostanzialmente ferma per un decennio ad HTML4: il linguaggio di programmazione sviluppato dal W3C (World Wide Web Consortium) alla fine degli anni ’90 del secolo scorso.

Ogni rilascio di una nuova versione di un Browser non solo offre una navigazione del Web sempre più veloce, ma anche nuove funzionalità, molte delle quali accessibili attraverso API, che lo trasformano sempre di più nel front end di una piattaforma per lo sviluppo ed il supporto di applicazioni: le web app.

Grazie alla collaborazione e la passione di persone con forti conoscenze non solo del Web e della sua architettura, ma di Internet in generale e dei tantissimi protocolli da cui é composta (e.g. i protocolli per il VoIP, il trasporto dei media, l’interlavoro con i Firewall ed i NAT etc), il Web sta diventando il motore di Innovazione anche di settori come le Telecomunicazioni, l’editoria, la TV, il Gaming; tutti settori in cui grazie al Web gli utenti diventano produttori e consumatori di contenuti, servizi ed applicazioni.

Il substrato comune, che tutti i moderni Browser utilizzano é l’ormai noto HTML5.

La standardizzazione di HTML5 é iniziata nel 2004 con l’obiettivo di fornire ai Browser supporto nativo e standard per la grafica, lo streaming audio/video e tante altre caratteristiche, così da poter fornire la stessa esperienza di uso indipendentemente dal Browser o dal servizio Web utilizzato, senza la necessità di dover installare plugin aggiuntivi (e.g. Flash, Silverlight) nel Browser o applicazioni native sul device che si sta utilizzando.

Tu presiedi, in IETF, il gruppo di lavoro che si occupa di standardizzare il protocollo WebSocket, di cosa si tratta e come rivoluzionerà la nostra interazione con la Rete?

L’IETF (Internet Engineering Task Force) é la comunità che ha come missione la standardizzazione dei protocolli Internet che tutti noi ogni giorno utilizziamo per accedere alla rete, navigare nel Web, chattare con gli amici, giocare, ma anche videotelefonare grazie al VoIP o guardare la TV in streaming.

Da più di dieci anni partecipo all’IETF ed ho contribuito alla standardizzazione di protocolli per applicazioni di tipo real-time come il VoIP con il suo protocollo di segnalazione SIP, il protocollo XMPP utilizzato sopratutto per applicazioni di chat, o i protocolli RTC/RTCP per il trasporto di stream multimediali.

Durante il meeting tenutosi a Novembre 2009 ad Hiroshima, dietro richiesta mia e di altre persone interessate all’evoluzione del Web tra cui gli autori della specifica di HTML5, l’ IETF ha deciso di creare il gruppo di lavoro chiamato HyBi (BiDirectional or Server-Initiated HTTP) per la definizione del protocollo WebSocket e di affidarmene la leadership. L’agreement tra IETF e W3C prevede che il gruppo di lavoro HyBi, in IETF, si occupi della standardizzazione del protocollo WebSocket; mentre il gruppo di lavoro WebApp, in W3C, si occupi delle definizione delle API: le WebSocket API permettono l’accesso direttamente da una pagina HTML al protocollo WebSocket.

WebSocket é un “upgrade” del protocollo HTTP, destinato a diventare il nuovo marketplace per le applicazioni ed i servizi sul Web. É stato definito la caratteristica più importante ed interessante di HTML5.

HTTP é basato sul paradigma richiesta/risposta in cui il Browser (o più in generale il client) deve iniziare la richiesta che gli permette di recuperare l’informazione, o un aggiornamento della stessa, da un sito web.

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WebSocket permette di superare il paradigma richiesta/risposta e di avere una comunicazione bidirezionale tra il Browser ed il sito Web, permettendo a quest’ultimo di inviare al Browser l’aggiornamento delle informazioni o più in generale nuovi dati appena questi vengono pubblicati sul Web. WebSocket permette quindi una comunicazione real-time tra Server e Browser, riducendo drasticamente la latenza e l’overhead di HTTP e delle tecniche per simulare la bidirezionalitá.

Per dirla in termini più appropriati il protocollo WebSocket non é un vero protocollo di livello applicativo, ma piuttosto un protocollo che si pone tra il livello di trasporto e quello applicativo, al di sopra del quale opereranno altri protocolli: generalmente protocolli proprietari, distribuiti direttamente dal sito web sotto forma di applicazioni javascript.

Qualcuno pensa ed addirittura teme che questo nuovo modello possa far venir meno l’importanza della standardizzazione almeno dei protocolli Internet di livello applicativo.

Ci sono già applicazioni pratiche?

Tutti i principali Browser e WebServer, già supportano il protocollo WebSocket, oppure il suo supporto é previsto per la prossima versione. Il nuovo Firefox 6 ne include giá il supporto, mentre per Internet Explorer 9 é possibile aggiungerlo scaricando l’apposito plugin dal HTML5 lab di Microsoft. Apache, Jetty, GlassFish: i più utilizzati tra i WebServer ne prevedono già il supporto.

Tutte le applicazioni che hanno bisogno di inviare dati in tempo reale all’utente, come ad esempio i siti di trading on line, o i siti di giochi on line si avvantaggeranno delle caratteristiche offerte da questo protocollo.

Il Cloud sarà uno dei maggiori beneficiari delle possibilità offerte da questo nuovo protocollo, parecchie applicazioni cloud stanno iniziando ad utilizzarlo per offrire ai propri utenti una migliore esperienza di utilizzo (e.g. SlideShare).

Che cosa significa presiedere un gruppo di lavoro che si occupa della standardizzazione di un elemento cruciale dell’evoluzione del Web?

La standardizzazione, diversamente dalla ricerca pura o applicata, ha un impatto rilevante sullo sviluppo/evoluzione di una tecnologia. Lavorare in IETF ed in W3C da la possibilità di influenzare, ed in qualche modo guidare, cosa succederà nel mondo Internet nei prossimi mesi o anni.

Essere il chairman di un gruppo di lavoro in un organismo di standardizzazione può essere paragonato ad un lavoro da Project Manager dato che il gruppo quando viene formato ha ben chiari i suoi obiettivi, le deadline e le milestones che deve rispettare, e come in un qualunque progetto uno dei primi passi da fare é l’analisi dei requisiti e dei casi di utilizzo.

Diversamente da un Project Manager che generalmente gestisce persone che lavorano per la stessa azienda, il chairman si trova a gestire persone che lavorano per aziende in concorrenza tra loro. Persone che anche condividendo l’obiettivo hanno differenti interessi che possono variare dallo standardizzare features ritenute strategiche per lo sviluppo dei prodotti dell’azienda per cui si lavora, oppure impedire la standardizzazione di altre ritenute inutili o dannose, fino ritardare o addirittura far fallire la standardizzazione del protocollo. Nei gruppi di lavoro in IETF quindi, così come in tutte le attività umane, la politica è prevalente.

Tuttavia, l’IETF é una organizzazione molto tecnica, se confrontata con altri organismi di standardizzazione, dove le idee sono giudicate dal punto di vista tecnico non dal numero di aziende che la supportano; questo comporta che qualunque idea tecnicamente valida ha buone possibilità di diventare uno standard in IETF, indipendentemente dall’interesse commerciale della stessa.

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Gestire e coordinare un gruppo di persone brillanti non é semplice, bisogna avere ed utilizzare il giusto mix di competenze tecniche e manageriali, saper discutere nei minimi dettagli gli aspetti tecnici di una proposta cosi da poterla giudicare, ma nello stesso tempo saper gestire e risolvere i conflitti, e non dimenticare che la creazione di uno standard é tanto un processo tecnico quanto politico, dove non é detto che ogni soluzione sia la più tecnicamente fondata – spesso il meglio che si può ottenere é la possibilità di raggiungere un compromesso su una soluzione che nessuno odia abbastanza da fare ostruzionismo, ed é responsabilità del chairman capirlo e prendere le decisioni conseguenti cosí come gestire i conflitti, quando accadono, nel miglior modo possibile.

Quali saranno i prossimi sviluppi nel mondo del Web?

Il gruppo di lavoro HyBi ha portato a termine il disegno del protocollo WebSocket ed é ora impegnato nel definirne le estensioni ed i miglioramenti; qualcuno giá pensa ad una versione 1.1.

WebSocket é uno degli elementi fondamentali della nuova architettura Web Real-Time, ma il mondo del Web é pieno di iniziative interessanti, tra queste ne cito solo due che mi vedono coinvolto: 1) il Web Real Time Communication e 2) Il Web of Things.

Il Web Real Time Communication (Web RTC), anche conosciuto come PeerToPeer Communication, permetterà agli utenti di scambiarsi in real-time audio, video e dati direttamente da un Browser ad un altro in modalità Peer to Peer. Come per il protocollo WebSocket, anche WebRTC è uno sforzo congiunto tra IETF e W3C che si propone addirittura come una evoluzione di HTML5. WebRTC renderà possibile avere un servizio di telefonia in una pagina web scaricata in un Browser, offrendo l’esperienza di telefonare da un Browser ad un altro senza dover installare nessuna applicazione sul proprio terminale o plugin nel Browser. Dopo aver speso gli ultimi 10 anni nella standardizzazione e sviluppo del protocollo SIP e del sottosistema IMS in ambito 3GPP, capisco che WebRTC possa essere vista come una innovazione distruttiva (da parte dei Telecom Operators) per la comunicazione VoIP “tradizionale”, ma è una tecnologia molto interessante da seguire che sicuramente porterà lo stesso livello di innovazione che conosciamo nel mondo Web anche nel mondo della telefonia.

Il Web of Things, basato sul protocollo CoAP (Constrained Application Protocol) allargherà ulteriormente il Web, infatti permetterà di includere nella ragnatela tutti gli oggetti ed i sensori che verranno in qualche modo connessi ad Internet. Grazie a questo nuovo protocollo, sarà possibile accedere direttamente tramite un Browser alle informazioni e dati provenienti dai sensori, cosi come gestirli remotamente e magari anche includerne alcuni nel Social Network preferito: un collega ha giá tra i propri contatti facebook il proprio tostapane.

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Salvatore Loreto è ricercatore presso i laboratori di Ericsson Research in Finlandia dove si occupa di evoluzione di Internet e guida lo sviluppo di prototipi di nuovi servizi o service enablers per la comunicazione multimediale. Il focus della sua ricerca riguarda in particolare protocolli di trasporto (e.g. TCP, SCTP), protocolli di segnalazione (e.g. SIP, XMPP), VoIP, convergenza tra IP e telephony, Conferencing over IP, 3GPP IP Multimedia Subsystem (IMS), HTTP and Web technologies.

Contribuisce attivamente all’IETF (Internet Engineering Task Force) come autore di diverse RFCs ed Internet Drafts. Attualmente presiede due gruppi di lavoro attivi in IETF: SIP Overload Control (soc) e BiDirectional or Server-Initiated HTTP (HyBi).

É Series co-Editor and Associate Technical Editor per IEEE Communications Magazine: la rivista principale dell’IEEE Communications Society.