Sarebbe un fattore genetico a determinare la qualità e quantità di sonno di una persona, invece che, come si è portati a credere, il suo stile di vita

E’ quanto emerge da uno studio australiano condotto sulle abitudini legate al sonno di due gemelli. Messi a confronto una coppia di gemelli omozigoti con una di eterozigoti, cioè di gemelli non identici tra loro, la ricerca dell’Università Monash di Melbourne ha evidenziato come i gemelli identici presentano maggiori similitudini nel sonno: orari uguali, durata e qualità simili.
Dormire bene sembra fra l’altro che sia più importante di quanto si creda: sembra che il sonno sviluppi l’apprendimento e la memoria, aiuti a mantenere sotto controllo il peso e dormire almeno 7 ore al giorno previene del 65% il rischio di malattie cardiovascolari.

DNA incide soprattutto su durata e qualità 

Gli studiosi, guidati da Tracey Sletten della Facoltà di Medicina, hanno preso in esame un campione di 132 gemelli di 12 anni, per un totale di 25 paia di omozigoti e 41 eterozigoti. Per indagare sulle abitudini dei volontari, hanno fatto indossare ai gemelli dei braccialetti di monitoraggio e hanno chiesto loro di appuntare su un diario gli orari di sonno e di veglia.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista Sleep, hanno messo in luce come la durata del sonno vada imputata per il 65% a fattori genetici, che sono invece responsabili per l’83% dell’addormentamento e per il 57% della qualità del sonno. Un elemento discriminante importante per la durata del sonno si è rivelato l’ambiente condiviso: per il 67% dell’inizio del sonno e per l’86% dei tempi di risveglio. Concludendo, commenta Sletten, è chiaro che “i fattori genetici hanno un’influenza primaria sull’inizio e sul mantenimento del sonno e sulla sua qualità, e un’influenza minore sui tempi”.

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