I ricercatori hanno utilizzato una nuova tecnica per la ricerca della vita extraterrestre basata sulla presenza di metano ad alte temperature nell’atmosfera dei possibili esopianeti

Gli esopianeti sono corpi celesti con possiedono alcune delle caratteristiche fondamentali per ospitare la vita. La ricerca di questi pianeti non è certo semplice e al momento lo strumento più affidabile per scandagliare l’Universo alla loro ricerca è il telescopio Kepler, che recentemente ha scoperto una Terra con una massa 17 volte più elevata. Oggi un team di ricerca dell’University College di Londra dell’Università del Nuovo Galles del Sud, coordinato da Sergei Yurchenko, ha scoperto un nuovo metodo che potrebbe facilitare la scoperta della vita extraterrestre.

Il metano è l’indicatore della vita su altri pianeti

La nuova tecnica messa a punto dagli scienziati prevede il monitoraggio del metano a temperature superiori a 1.200 gradi. Questo gas è considerato uno degli indicatori più importanti della presenza della vita. La sua assenza nell’atmosfera di Marte ha infatti portato gli astronomi a ritenere che il Pianeta Rosso non presenti attualmente vita extraterrestre.

Grazie ai supercomputer messi a disposizione dall’Università di Cambridge per il programma Advanced Computing, gli scienziati hanno analizzato la rifrazione della luce delle atmosfere di pianeta extrasolari. Una volta individuato lo spettro gassoso che identifica il pianeta, tenendo anche conto della presenza di metano, si è arrivati ad aggiungere alla lista degli esopianeti altri 2mila corpi celesti con un livello di certezza molto più eleveato rispetto ai modelli precedenti. “I valori del metano, – ha afferma Jonathan Tennyson, uno degli autori dello studio – erano sottostimati e il nuovo modello avrà un grande impatto sulla ricerca di segni di vita extraterrestre”.

Leggi anche:  Ancora un'estate: il film di Catherine Breillat che ha fatto parlare di sé