Parma è la prima Smarter Town d’Italia

La Citta Ducale si segnala come prima realtà locale, italiana ed europea, ad abbracciare una visione sistemica per abilitare una nuova intelligenza applicata alla gestione integrata dei servizi al cittadino. Da IBM il contributo in termini di know-how tecnologico dedicato all’innovazione.

Con la firma del protocollo d’intesa siglato ieri sera a Parma tra il sindaco della Citta Ducale, Pietro Vignali, e il presidente e amministratore delegato di IBM Italia Luciano Martucci, prende ufficialmente il via la partnership tecnologica che porta il comune emiliano – prima tra le città italiane ed europee – ad abbracciare la visione di una Smarter Town.

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Attraverso i lavori di un Comitato congiunto per l’Innovazione, nel corso dei prossimi mesi Parma avrà quindi modo di ottimizzare il proprio modello di integrazione dei servizi abilitati dalla tecnologia informatica, già tra i più avanzati, e di ampliare quest’ultima ad altri settori della vita amministrativa cittadina.

“Il protocollo d’intesa firmato oggi con IBM ci permette la creazione di un tavolo di confronto sui temi dell’innovazione – sostiene il sindaco Pietro Vignali -. Un tavolo che consentirà di ragionare sul futuro delle nostre città e provare a studiare nuove soluzioni grazie alle nuove tecnologie: pensiamo ad esempio a nuovi servizi ai cittadini, all’infomobilità, alla sicurezza, alla fruizione di arte e cultura. Siamo la prima città in Italia ad aver firmato questo accordo con IBM, un accordo che non prevede oneri per il Comune di Parma, che non vincola le parti in alcun modo e che inserisce Parma nella cerchia di importanti capitali europee quali Stoccolma e Londra”.

Tutto ciò è parte della più ampia visione di IBM sullo Smarter Planet – un pianeta reso più intelligente dal cambiamento di sistemi, processi, modalità di produzione, scambio di beni e servizi attraverso un diverso uso della tecnologia, oggi così pervasivamente disponibile – Smarter Town si delinea quale contributo proposto ai sistemi urbani complessi per aiutarne la trasformazione.

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In sintesi, si tratta di un approccio sistemico, globale e aperto, capace di abilitare una ‘nuova intelligenza’ attraverso l’integrazione di soluzioni e applicazioni informatiche già esistenti e di queste ultime con nuovi interventi progettati su misura, sulla base delle scelte e delle necessità delle comunità cittadine. A tutto vantaggio della qualità della vita.

"L’iniziativa intrapresa con la città di Parma” – dichiara Luciano Martucci, presidente e amministratore delegato di IBM Italia – è parte della nostra strategia che mira a utilizzare, anche a livello di comunità locali, le tecnologie oggi disponibili a vantaggio di un diverso e più intelligente modo di condividere le informazioni. E’ ciò che noi definiamo Smarter Town, realtà evoluta che usa più efficacementre le proprie risorse, nell’accezione più ampia del termine, a vantaggio di una migliore qualità della vita. Siamo ovviamente all’inizio” – conclude Martucci – “ma ritengo che la collaborazione sarà agevolata da caratteristiche proprie di questa città: mi riferisco alle sue dimensioni e alla ricchezza culturale e sociale. E’ davvero una sfida molto bella".

Un primo obiettivo dichiarato a Parma è il video sportello, cioè postazioni in giro per la città dove collegarsi con un operatore e sbrigare le proprie pratiche. Il video sportello è un vero sportello a distanza, dove l’utente vede, parla ed interagisce con l’operatore. Il cliente riceve documenti cartacei, può firmare e compilare moduli.

In Europa e in altri continenti diverse comunità locali, in partneship con IBM, hanno finora intrapreso un cammino di innovazione affrontando specifici problematiche. La mobilità è una di queste.

A Stoccolma, per esempio, il nuovo sistema di interconnessione dei pedaggi, basato sulla regolazione dei flussi di veicoli in ingresso e in uscita, ha fatto diminuire del 20% il traffico nel centro cittadino, ridotto del 12% le emissioni nocive e spinto i cittadini a un uso più ampio dei mezzi pubblici. Londra ne ha seguito le tracce.

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A Singapore invece le centrali che controllano la viabilità ricevono dati in tempo reale grazie a un sistema di sensori intelligenti mentre a Kyoto chi deve pianificare lo sviluppo della rete viaria può avvalersi di simulazioni di traffico su vasta scala per analizzarne l’impatto sulla città.