Sanità elettronica? Ancora un miraggio

Il pagamento del ticket via web è disponibile soltanto nel 7% delle aziende sanitarie; la possibilità di prenotare gli esami su internet è offerta dal 22% delle aziende. I risultati dell’ultima ricerca condotta da Federsanità sui livelli di innovazione tecnologica in Italia

Sarebbe bello se il Governo italiano agisse nello stesso modo in cui sta agendo il Governo americano in merito all’innovazione nella sanità.

Non stiamo parlando della riforma sanitaria attualmente in discussione negli Stati Uniti, tema legato a un visione politica e sociale che permetterebbe di estendere l’assistenza a milioni di persone attualmente escluse da ogni copertura previdenziale.

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L’oggetto della questione è la digitalizzazione della sanità, o e-health, la gestione elettronica dei processi, l’investimento in Information Technology e reti a larga banda.

Un piano di investimenti di miliardi di dollari che nei prossimi cinque anni dovrebbe cambiare radicalmente il volto a uno dei più importanti servizi erogati ai cittadini.

Questioni di priorità, ma non per il Governo italiano. E non perché non ce ne sia bisogno. Dall’ultima ricerca condotta da Federsanità sui livelli di innovazione tecnologica nella sanità emerge un quadro desolante.

Il pagamento del ticket via web è disponibile soltanto nel 7% delle aziende sanitarie; la possibilità di prenotare gli esami su internet è offerta dal 22% delle aziende, ma spesso è riservata soltanto ad alcune tipologie di prestazioni; solo nel 19% dei casi i pazienti possono accedere on line ai referti digitali e un numero minimo di aziende (il 5%) consente ai propri assistiti di gestire pratiche amministrative via web.

Non che sia tutto fermo, ma manca quello scatto e quella volontà decisionale per mirare effettivamente a risultati concreti in tempi brevie impostare un futuro sempre più informatizzato.

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Sebbene le aziende sanitarie si si stiano attrezzando per la sanità digitale, anche in funzione degli obiettivi del Piano eGov 2012, che ha individuato nella sanità un settore importante su cui investire, le ricadute dell’innovazione tecnologica sulla vita dei cittadini sono ancora molto inferiori a quelle che si riscontrano in altri settori (e-banking e viaggi).

E’ forte, come ovviamente si poteva immaginare, il divario tra Nord e Sud. “Nessuna azienda sanitaria del mezzogiorno rientra in una fascia di eccellenza, mentre vi rientra il 50% delle aziende del Nord”.

Il rapporto con la sanità è stato e continua ad essere un rapporto altamente burocratizzato e inefficiente. Basti pensare al modo in cui si interagisce con il medico di base per il rilascio di certificati e ricette.

Una burocrazia imperante che obbliga un sistema a continuare a essere fondato sulla carta, quando l’alternativa al digital potrebbe velocizzare e rendere più efficiente la vita di tutti.

Ma non bastano piccoli passi, occorrono progetti ambiziosi e volontà di estendere rapidamente le risorse di base, larga banda, accesso ai servizi a tutta la popolazione.

Sanità elettronica è quindi anche una questione che implica la sfida per cancellare il divario digitale ancora largamente presente in ampie aree del paese.