Tecnologia italiana: I can’t get no satisfaction

Il Ministro Brunetta presenta all’Italia un Piano per risollevare le sorti dello sviluppo tecnologico. Ecco a voi E-Gov 2012. Il Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione, Renato Brunetta, vuole risollevare l’Italia dalla pesante crisi economica. Per la precisione il suo desiderio è quello di rendere l’Italia pari a tutti gli altri stati europei nello sviluppo tecnologico. Brunetta pare proprio voler acchiappare due piccioni con una fava. Vale a dire parziale ripresa dalla crisi economica da una parte e incremento dello sviluppo economico dall’altra. La ricetta ideale dentro alla quale stanno questi due ingredienti miracolosi è la progressiva digitalizzazione del paese. L’Italia  però deve darsi parecchio da fare se intende raggiungere le colleghe europee, molto più avanzate di lei. Stando ai dati “solo il 17 % delle famiglie italiane usa Internet”. Per giunta nella classifica generale europea a proposito dello sviluppo tecnologico l’Italia si aggiudica l’ultimo posto. La schiacciano Portogallo, Ungheria, Polonia e tanti altri stati. Il Bel Paese riesce a tener testa alla Grecia, ma solo in parte, perché alcuni tassi di crescita greci sono nettamente migliori dei nostri.
 La ricetta creata dal Ministro si chiama E-Gov 2012 , preziosa scialuppa di salvataggio, o almeno così appare dalla convinzione con cui ci è stato presentato. Diversi gli ambiti che intende toccare questo progetto: dalla scuola alla giustizia, per poi passare a sanità, pubblica amministrazione, affari esteri, portale turistico internazionale e udite udite persino un customer satisfaction dei cittadini che potranno giudicare l’opera dell’amministrazione statale grazie ad un sistema di ranking ad emoticons.
 Per quanto riguarda la scuola si tratta di didattica digitale. Ogni scuola dovrà avere almeno tre aule informatizzate con lavagne digitali interattive e personal computer. Anche le comunicazioni scuola-famiglia dovranno avvenire facendo ricorso alle nuove tecnologie, con grande amarezza degli studenti.
 Se i punti del documento E-Gov 2012 verranno rispettati può darsi che finalmente dopo anni di lentezze tartarughesche la burocrazia italiana si assottigli e si velocizzi. Il progetto prevede infatti notificazioni telematiche delle comunicazioni e degli atti processuali, certificati giudiziari on line, trasmissione telematica delle notizie di reato dalle forze di polizia alle Procure. Anche la sanità potrebbe diventare più rapida, impedendo ore di code a vecchiette affaticate e mamme in balia di bambini da accudire. Tutto questo grazie ad alcune innovazioni contemplate nel disegno ideale del Ministro, quali la digitalizzazione del ciclo delle prescrizioni e dei certificati medici e l’introduzione del fascicolo sanitario elettronico. Ma attenzione a quest’ultimo punto. Si dà il caso che la sanità elettronica potrebbe diventare una pericolosa arma a doppio taglio se non realizzata nel pieno rispetto della privacy dei cittadini. Per gli affari esteri le innovazioni riguardano l’introduzione del passaporto elettronico e della carta d’identità elettronica, l’Anagrafe Comunale unitaria con sistema catastale degli immobili, la casella elettronica certificata per i cittadini, le amministrazioni pubbliche, le imprese e i professionisti, i pagamenti on line verso la P.A..
 Sono tutte iniziative lodevoli e utilissime. Ma c’è una nota dolente che stride, una crepa pronta a spaccare in due l’armonioso quadro dipinto dal Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione. Il problema è identico a quello che Gaber esprimeva molto bene in una canzone:  “un’idea finchè resta un’idea è soltanto un’astrazione”. Molti dei progetti contenuti nel piano sono fermi da anni (carta d’identità elettronica, anagrafe digitale, cartella clinica digitale, posta elettronica certificata, fatturazione elettronica). Chi ci dice che anche questa volta non passeranno secoli prima di sentire ancora parlare di volontà di innovazioni? Ovviamente nessuno. Brunetta però ci dice che il Piano concretizzerà le proprie proposte entro il 2012. Difficile da credere.
 La credibilità scema ancor di più se si prende in considerazione la mole di investimento che il Governo si sta per addossare con questo progetto. Le iniziative in questione oltre che utopistiche sono estremamente costose. È stata stimata la cifra di 1380 milioni . Una parte è già stata versata. Ora restano 1133 milioni di euro. Siamo sicuri che il governo avanzi lo sviluppo tecnologico come prima tra le sue priorità economiche? I più ottimisti possono crederci. Agli altri rimane il beneficio del dubbio, se non addirittura quello della certezza. Il governo aveva infatti dichiarato di affidarsi al piano E-Gov 2012 per risparmiare del 25% la spesa per la pubblica amministrazione. Nemmeno Paperon de’ Paperoni riuscirebbe a risparmiare questa somma dopo aver utilizzato 1,4 milioni di euro per lo sviluppo tecnologico.
 L’unico lato positivo di tutta questa faccenda così incerta e complessa è che i cittadini potranno vedere con i loro occhi come procedono le iniziative. Gli avanzamenti del Piano infatti saranno resi disponibili su un sito web. Inoltre gli italiani potranno e dovranno collaborare attraverso un numero verde nazionale che si chiamerà poco simpaticamente “Numero amico”. Se non siete soddisfatti potete consolarvi lasciando una miriade di emoticons con la faccia ingrugnita, sempre che esista questa espressione nel linguaggio degli smile!
 Una scialuppa di salvataggio può sempre rompersi, specialmente se siete sfortunati come il biondo Jack di Titanic. Ricordiamoci poi che tra il dire il fare c’è di mezzo il mare e scommetto che tra la presentazione del Piano E-Gov 2912 e l’effettiva concretizzazione dei relativi intenti passerà un bel po’ di tempo.

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