Edicola Italiana, un nuovo canale di vendita per l’editoria digitale

Semplificare l’acquisto di prodotti e servizi digitali. E’ questo l’obiettivo che si prefigge l’iniziativa messa a punto dai quattro principali gruppi dell’informazione italiana

Il Sole 24 Ore, L’Espresso, Mondadori e RCS, hanno dato a vita a un consorzio che sarà responsabile della creazione e gestione di un edicola virtuale che permetterà di rendere più semplice e immediato l’acquisto di prodotti e servizi informativi oggi disponibili su tablet, smartphone o personal computer. L’edicola, affermano gli autori, sarà aperta tutti gli editori che vorranno entrare nella nuova dimensione distributiva.

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L’iniziativa è lodevole, quanto meno ne sono le premesse. Occorrerà attendere la realizzazione del nuovo progetto per comprendere se e quanto il servizio sarà effettivamente all’altezza delle aspettative. Per il momento è una dichiarazione d’intenti poiché non è ancora stata data alcuna informazione riguardo la data di apertura del nuovo canale distributivo.

Iniziativa analoga è stata messa a punto dai francesi la scorsa estate attraverso il progetto ePresse, un’edicola digitale nata dall’associazione di più testate (i quotidiani Le Figaro, Le Parisien, Libération, Les Echos, L’Equipe e i settimanali Nouvel Observateur, L’Express e Le Point).

Sia l’esperienza francese che il progetto italiano tendono a mettere in discussione il modello dell’ecosistema delle applicazioni creato da Apple e Google. Rappresentano una opportunità per avanzare ipotesi di sviluppo alternative e indipendenti in modo che le strategie di vendita siano più vicine agli interessi degli editori e non soggette ai diktat del mercato dell’intermediazione digitale. In altre parole l’Edicola Italiana dovrebbe garantire agli editori di bypassare le forche caudine dell’App Store evitando così di pagare un dazio pari al 30% del costo dell’abbonamento.

Nel nuovo mercato digitale dell’informazione la strategia e le politiche commerciali di vendita sono di primaria importanza nel favorire e accelerare il passaggio dalla carta a prodotti e servizi disponibili su tecnologie emergenti come tablet e smartphone. Riuscire a implementare un sistema che offra la stessa semplicità di acquisto che ha contraddistinto l’edicola nell’era della carta, è tutt’altro che semplice. Su questo aspetto gli editori hanno sinora riservato poca attenzione. Il percorso all’acquisto deve essere il più semplice e immediato possibile. Si deve sempre tenere presente che un servizio può avere successo soltanto se può essere compreso e utilizzato da chiunque.

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Per la gran parte dei giornali italiani non è ancora così. Per capire dove e come ottenere le informazioni riguardo alle diverse tipologie di servizi la strada è tortuosa, le informazioni troppo spesso nascoste e incomplete. Sul sito di ciascun giornale, il punto di acquisto dei prodotti digitali dovrebbe essere più visibile. Va da sé, poi, che in un Paese come l’Italia, dove l’utilizzo della carta di credito o servizi complementari come PayPal sono ancora limitati, occorre avere una marcia in più per sollecitare i potenziali lettori all’acquisto. Soprattutto è difficile convertire l’abitudine all’acquisto della singola copia, così come avvenuto ai tempi dell’edicola tradizionale. Spendere un euro, così come è il prezzo riportato dal Corriere della Sera per comprare una singola copia digitale, è un’operazione che non può trovare un grande apprezzamento.

E’ quindi preferibile puntare sugli abbonamenti, ma il pubblico italiano, o quanto meno il lettore medio, non è ancora disposto a cambiare stile di vita e modalità di spesa. Eppure non tutto è perduto. Il processo di trasformazione è soltanto ai suoi esordi e le tecnologie in grado di tradurre l’esperienza di acquisto e fruizione di un giornale in termini ancora più semplici e immediati diventano indispensabili per perseguire nuovi obiettivi di vendita. Se davvero gli editori si dimostreranno convinti, il nuovo progetto di Edicola Italiana potrebbe costituire un importante banco di prova per migliorare il canale distributivo e di vendita dell’informazione digitale.