Europa: 3,6 miliardi di email ogni giorno

Disponibili i risultati dell’European E-Mail Marketing Consumer Report 2010, la ricerca firmata da ContactLab sulle abitudini di utilizzo della posta elettronica nei cinque maggiori Paesi europei (Italia, Francia, Germania, Spagna e Regno Unito).

Un utente sempre più attratto dal mobile, che fa e-commerce, sa gestire con dimestichezza numerose caselle di posta elettronica, accedendovi da diversi device, ed è in grado di riconoscere e neutralizzare la posta indesiderata, ma anche di condividere con amici sui social network le segnalazioni interessanti provenienti dalle numerose newsletter a cui è iscritto.

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Sono alcuni dei trend che emergono dall’edizione 2010 dell’European E-Mail Marketing Consumer Report, ricerca sulle abitudini di utilizzo della posta elettronica nei ‘big five’, i cinque maggiori Paesi europei, realizzata per il terzo anno consecutivo da ContactLab, azienda leader nel direct marketing digitale ed e-mail marketing, oggi presente con propri uffici a Milano, Londra, Berlino, Parigi e Monaco di Baviera. Con questa indagine, arricchita quest’anno da due focus su social network e e-commerce, ContactLab fornisce al mercato una delle più approfondite analisi disponibili a livello internazionale sull’utilizzo della posta elettronica nei più importanti Paesi Europei, effettuata attraverso interviste a un panel di oltre 4.800 individui (825 in Italia) statisticamente rappresentativo dei 143,5 milioni di utenti internet dei 5 Paesi (24,8 milioni in Italia) per età (21% 18-24 anni, 23% 25-34 anni, 24% 35-44 anni, 19% 45-54 anni, 14% over 54) sesso (54% uomini, 46% donne) e frequenza di connessione alla Rete (78% alta frequenza, 22% bassa frequenza). Il ‘Consumer Report’ può essere scaricato gratuitamente dal sito www.contactlab.com/email-marketing-consumer-report sia nella versione completa (in tutte le lingue dei cinque Paesi in cui è stato effettuato) sia nelle versioni focalizzate su ciascuno dei cinque Paesi, in inglese o nella lingua del Paese.

Tedeschi e francesi, caselle anonime a tutela della privacy

La maggior parte degli utenti internet europei (35%) utilizza due caselle di posta elettronica, seguita da un 32% che ne utilizza una sola e da un 20% che ne utilizza tre: la media è di 2,3 caselle a testa, pari a 330 milioni di caselle in totale (62 milioni in Italia). Largamente prevalente (61%) fra le motivazioni per cui si usa più di una casella di posta è la necessità di differenziare i propri indirizzi e-mail a seconda del loro uso, per esempio quello privato da quello di lavoro, ma c’è anche chi (23%) crea caselle che non contengono il proprio nome per motivi di privacy, soprattutto in Germania (34%) e in Francia (29%).

Fra i grandi domini e-mail internazionali, nei 5 Paesi interessati dalla ricerca prevale di gran lunga Hotmail/Msn: ha almeno una casella di posta elettronica con questo operatore ben il 56% del campione (sono considerati anche coloro che hanno una casella e non la consultano mai), contro il 31% ex aequo di Gmail e di Yahoo! Spaccando il dato per Paese, si scopre che in Spagna addirittura Hotmail è usato dall’83% degli utenti internet, mentre in Germania, dove prevale come già rilevato nel 2009 l’utilizzo di caselle di posta su domini locali (Web.del o GMX), Hotmail è solo al 26%. In Italia è al 51%. Yahoo! Risulta invece più diffuso nel Regno Unito (il 45% degli utenti di quel Paese lo utilizza), mentre Gmail raggiunge la percentuale maggiore in Spagna (45%). In Italia dietro Hotmail troviamo, come nel 2009, due domini locali come Libero (48%) e Alice/Virgilio (41%), seguiti da Gmail che in un anno ha raddoppiato dal 18% al 36%.

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E-mail aziendale anche per messaggi privati e notifiche di social network

La casella di posta di lavoro, evidentemente per comodità, viene utilizzata anche per ricevere messaggi di tipo privato, da amici, conoscenti e parenti: lo dichiara il 50% del campione, con una maggior incidenza degli inglesi (65%) e dei tedeschi (64%) e una minore degli italiani (27%). Notifiche di social network e newsletter sulla posta aziendale arrivano invece al 44% degli intervistati, anche in questo caso con tedeschi e inglesi che fanno la parte del leone (rispettivamente 67% e 55%) mentre l’abitudine è meno diffusa fra francesi (36%) e spagnoli (38%), con gli italiani in posizione intermedia al 43%.

Continua a crescere in tutta Europa la cosiddetta webmail, ovvero l’accesso alla propria e-mail attraverso internet, in contrapposizione all’utilizzo di uno specifico programma di posta elettronica, come ad esempio Outlook: usa esclusivamente la prima modalità ben il 51% del campione (contro il 40% rilevato nel 2009), mentre la percentuale di coloro che per accedere all’e-mail usano software ad hoc è calata in un anno dal 21% al 14% (picco in Germania con il 19%).

Mobile e-mail, è boom: in un anno dal 4% al 15%

Il 2010 è l’anno in cui è esploso l’utilizzo della mobile e-mail, come del resto l’internet mobile in generale: è vero infatti che tra i dispositivi utilizzati per consultare la casella di posta, ai primi due posti si confermano il computer fisso (76%, contro il 79% del 2009) e portatile (56%, in crescita rispetto al 52% dell’anno scorso), ma rispetto al 2009 si nota una crescita veramente consistente dell’utilizzo degli smartphone (dal 4% al 15%) e dei netbook (dal 5% all’11%). E conquista un interessantissimo 4% il recentissimo dispositivo Apple iPad. In particolare l’accesso all’e-mail attraverso gli smartphone, cellulari di tipo avanzato progettati specificamente per l’uso multimediale (foto, video) e per la navigazione web, è diffuso nel Regno Unito (21% degli intervistati) e in Italia (18%, pari a 4,4 milioni), mentre le percentuali degli altri tre Paesi oscillano tra l’11 e il 15%. Per quanto riguarda le marche, l’iPhone della Apple risulta più utilizzato dei modelli BlackBerry in tutti i Paesi tranne che in Italia, dove entrambi i modelli sono utilizzati dal 26% degli utenti. In Francia in particolare iPhone batte BlackBerry con il 52% degli utilizzatori contro il 17%. Gli smartphone hanno ormai superato i limiti di funzionalità che avevano solo pochi anni fa: la maggior parte dei rispondenti (91%) è infatti in grado di visualizzare tramite il proprio dispositivo mobile le immagini contenute nelle e-mail. Non tutti poi utilizzano questa possibilità, anche se il numero di chi visualizza effettivamente le immagini sul display del cellulare è in lieve aumento sul 2009 (dal 61 al 67%).

Fra gli elementi negativi lamentati dagli utilizzatori dell’e-mail mobile resta come l’anno scorso il costo della connessione, ritenuto molto elevato dal 33% dei rispondenti nei cinque Paesi. Il problema è avvertito maggiormente in Italia (48%), dove in ogni caso la percentuali di utenti che afferma di non poter più fare a meno del proprio dispositivo mobile arriva a quota 53%. Tornando ai cinque Paesi, fra quanti invece non utilizzano ancora un dispositivo mobile, c’è un atteggiamento di interesse misto a qualche resistenza: il 41% riconosce l’importanza dello strumento per poter accedere in qualsiasi momento alla posta in mobilità, mentre una percentuale pressoché identica (40%) ritiene all’opposto che utilizzare uno smartphone per connettersi all’e-mail sia scomodo. Confrontando le risposte degli utilizzatori con quelle dei non utilizzatori di e-mail mobile, è evidente che questi ultimi siano più propensi a percepire come elementi critici costo e scomodità di accesso alla propria casella di posta.

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A fronte di tante azioni che gli utenti compiono utilizzando indifferentemente un dispositivo fisso o uno mobile, risulta però che solo il 23% è disposto a fare un’operazione di banca e il 21% farebbe shopping online con il cellulare.

Ogni giorno un traffico di 3,6 miliardi di e-mail, in aumento le newsletter

Ammontano all’incredibile cifra di 3,6 miliardi i messaggi e-mail ricevuti ogni giorno dagli utenti dei cinque Paesi oggetto della ricerca, circa 25 a testa in media, senza differenze sensibili fra uomini e donne ma con una progressione regolare in base all’aumentare dell’età: si va infatti dai 15 messaggi al giorno dei 18-24enni, ai 24 dei 25-34enni, ai 28 dei 35-44enni fino ai 31 del 45-54 enni. In Italia la fascia di età che riceve più e-mail (circa 26) è quella fra i 35 e i 44. La media di messaggi ricevuti varia dai 23 al giorno di italiani e spagnoli ai ben 30 dei francesi: moltiplicando per il numero di utenti dei singoli Paesi si ottengono oltre 1 miliardo di e-mail ricevute in Germania, circa 800 milioni a testa in Francia e Regno Unito, 560 milioni in Italia e 400 milioni in Spagna.

Di questa mole di e-mail ricevute, una parte considerevole sono newsletter spedite da aziende, associazioni, enti pubblici, fornitori di servizi Internet, siti web: sono quasi sette quelle a cui sono iscritti mediamente gli utenti nei cinque Paesi (7,5 in Italia). Meno del 20% dei rispondenti si dichiara iscritto soltanto a una o due newsletter, mentre il 19% è iscritto a un numero tra 6 e 10 (in aumento rispetto al 16% di un anno fa). Cala invece al 7%, rispetto al 16% del 2009, la percentuale di utenti iscritti a un numero di newsletter compreso tra dieci e venti. Fra gli argomenti delle newsletter primeggiano viaggi e turismo (le riceve il 41% del campione), seguono community online (36%), offerte di lavoro (34%, ma in Italia e Spagna la percentuale si innalza rispettivamente al 42% e 53%), attualità (33%), associazioni (26%), servizi di telefonia (25%), servizi internet (21%). Fra le specificità dei diversi Paesi, le newsletter di informazioni meteo, che in Francia arrivano al 35% degli utenti, a fronte di una media nei 5 Paesi del 17%.

Cresce sensibilmente rispetto al 2009 (dal 35% al 47%) la percentuale di rispondenti che quando ricevono una newsletter inizialmente non vedono le immagini in essa contenute e decidono di attivarle in un secondo tempo, e parallelamente calano dal 47% al 38% coloro che ricevono di default le e-mail già complete di immagini. Interessante sottolineare come il 34% dei rispondenti che inizialmente non vedono le immagini decidano di attivarle sempre, indipendentemente dal mittente o dal contenuto. Gli utenti si dimostrano molto informati sui metodi per difendersi dalle newsletter indesiderate: ampie percentuali conoscono ed esercitano la facoltà di cancellarsi dall’iscrizione (unsubscribe, opzione preferita in assoluto col 69%), di dirottare le mail sgradite nella cartella antispam, ma anche semplicemente di cancellare le mail senza nemmeno aprirle. Sempre in maggioranza dichiarano di sapersi difendere dalle minacce di phishing.

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Acquisti online, ora si condividono sui social network

Il 43% dei rispondenti (40% in Italia) dichiara di aver fatto acquisti online seguendo direttamente un link contenuto in una newsletter; il fattore che maggiormente porta all’acquisto sono i contenuti della newsletter, ovvero le informazioni su offerte e promozioni convenienti (determinante per il 59% dei rispondenti), ma il 39% dichiara di avere un legame di fiducia con la newsletter alla quale è iscritto Tra coloro che invece non hanno mai fatto acquisti partendo da un link di una newsletter, le motivazioni sono varie, e coincidono con quelle tipiche degli scettici dell’e-commerce: predilezione per un venditore in carne e ossa (33%), impossibilità di verificare la qualità della merce (28%); insicurezza delle procedure di acquisto (22%), ecc. Tra gli utenti iscritti ad almeno una newsletter, le tipologie di prodotto maggiormente acquistate online sono libri, cd, dvd, quotidiani (47%), seguiti da abbigliamento (43%) e prodotti tecnologici, elettronici ed elettrodomestici (34%), trasporti (30%) e vacanze (27%).

Il 27% dei rispondenti dichiara di aver condiviso i contenuti di una newsletter su un social network. La percentuale è particolarmente elevata in Italia (41%), rispetto a Regno Unito (17%) e Germania (15%). Il 59% lo ha fatto perché ha ritenuto i contenuti interessanti, il 36%, invece, per condividere sconti e promozioni (percentuale che sale al 49% in Germania, in Italia è del 34%), il 20% perché la newsletter era graficamente bella. La stragrande maggioranza (59%) di coloro che invece non hanno mai condiviso una newsletter su un social network motiva questa scelta con la volontà di non diffondere messaggi promozionali, ma c’è un consistente 17% che non è in grado tecnicamente di farlo (20% in Italia).

Lo spam, o junk mail: il 54% del campione (le percentuali sono simili nei diversi Paesi, dal 48% dell’Italia al 58% del Regno Unito) dichiara di aver percepito un aumento dello spam negli ultimi anni, contro il 63% che aveva dato questa risposta un anno fa.

I sistemi di instant messaging (MSN Messenger, Yahoo Messenger, Gmail chat, Facebook chat, ecc.) sono utilizzati dal 46% degli utenti nei cinque Paesi (48% in Italia). In Francia la percentuale sale al 55%, mentre in Germania si attesta sul 35%. Altrettanto diffuso l’uso dei messaggi di posta interni ai social network (40%, in Italia 43%). Interessante la popolarità del sistema di gestione degli sms da web in Italia: lo usa ben il 32%, mentre negli altri Paesi la percentuale di utilizzo non supera il 16%.