Evk2Cnr, studi climatici nel cuore dell’Africa: a buon fine la spedizione scientifico-alpinistica sul Rwenzori

Si è conclusa con successo la spedizione progettata da EvK2CNR nell’ambito dei progetti Nextdata e SHARE (Stazioni ad Alta Quota per la Ricerca sull’Ambiente) in collaborazione con l’Università di Nairobi e il Dipartimento di Meteorologia ugandese

Rientrati da pochi giorni, Giampietro Verza, responsabile tecnico EvK2Cnr, e Marcello Alborghetti, assistente tecnico Evk2Cnr, possono ora controllare, direttamente dalla sede bergamasca del comitato, i dati che la stazione trasmette in tempo reale grazie alla telemetria satellitare.

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Durante la spedizione hanno trovato condizioni climatiche simili a quelle trovate da Verza nel 2006, quando ha installato la precedente stazione. Il ghiacciaio sembra, in base alle sue osservazioni, essersi ridotto in modo molto lieve rispetto, ad esempio, alle riduzioni dei ghiacciai alpini.

Il Rwenzori è una catena montuosa composta da sette vette, che separa l’Uganda dalla Repubblica del Congo, pochi km a Nord dell’Equatore. Si tratta di un massiccio montuoso noto al mondo anche perché sulle sue pendici vivono i gorilla di montagna. La cima più alta raggiunge i 5109 metri ed è da qui che prende vita il fiume Nilo. Il Rwenzori è, insomma, uno principali forzieri dell’acqua del continente africano.

La spedizione

La missione è durata una ventina di giorni. Una prima fase è stata dedicata alla formazione dell’equipe formata da tecnici del dipartimento di meteorologia ugandese e dell’Università di Nairobi che dovrà mantenere e monitorare il funzionamento della stazione. La spedizione vera e propria è durata sei giorni, un trekking tra nuvole, fango e zanzare, percorso con gli stivali ai piedi, durante i quali il gruppo – composto da una trentina di persone tra tecnici, guide e portatori – è passato dall’ambiente della foresta pluviale a un ambiente propriamente montano caratteristico della cima del Rwenzori.

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La nuova stazione, che sostituisce una più semplice e non più funzionante, supporta sensori di nuova generazione e rileva oltre ai consueti dati meteo climatici – temperatura, umidità, pressione, vento, irradiazione e precipitazioni – anche lo scambio energetico tra suolo e atmosfera e il livello della neve.

Elisa Vuillermoz, responsabile ricerche di EvK2Cnr così spiega la particolare rilevanza dei dati forniti da questa stazione: “Si tratta di una delle poche stazioni in alta quota di tutto il contenente africano. La possibilità di raccogliere dati in continuo in una regione così importante ma dove le misure sono scarsissime, è fondamentale e i risultati saranno funzionali non solo agli studi climatici, ma anche alle ricerche glaciologiche che studiano le dinamiche glaciali e i processi di fusione superficiale”.

“In questi giorni stiamo verificando un clima di transizione verso la stagione delle pioggie in cui l’umidità è costantemente attorno al 100% e solo occasionalmente scende al 90-95% – dichiara Giampietro Verza analizzando i dati al monitor – L’alta nuvolosità scherma l’intensa radiazione solare dovuta alla latitudine equatoriale e alla quota di 4750 m, i suoi valori massimi oscillano tra 400 e 500 Watt/metro quadro (un terzo della massima radiazione teorica: 1.367 W/m²). Questo determina una temperatura media negativa di meno 2-3 gradi che riesce a toccare punte massime appena positive di 0,5 gradi e permette naturalmente precipitazioni nevose, per ora non abbondanti ma di soli pochi centimetri, confermando quanto abbiamo visto durante la nostra missione: quota minima della neve attorno ai 4000 metri al centro dell’Africa, al livello dell’Equatore!”