Facebook: WorldWideGroupWare

In occasione della presentazione a Milano del suo libro intitolato “Facebook la storia” abbiamo avuto l’occasione di parlare con il suo autore David Kirkpatrick.

Certo, in molti hanno scritto su Facebook. Ma quello che Kirkpatrick ha cercato di fare, e, bisogna dargliene atto, c’è riuscito, è di raccontare la storia di Facebook, come è nato, come ha scalato prima il Web e poi il mondo della finanza, quali sono state le mosse di uno studente a dir poco geniale come Mark Zuckerberg che è riuscito, praticamente con nulla, a cambiare il modo di comunicare di centinaia di milioni di persone.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Una storia raccontata con dovizia di particolari, che cerca di capire fino in fondo cosa e come è successo, che si legge quasi come un thriller, che da’ molte risposte e pone ancora tante domande. Non è la storia di un pezzo di informatica e di finanza, ma la storia della nostra realtà della nostra cultura di ciò di cui abbiamo bisogno. Il testo è pubblicato in italiano dalla casa editrice Hoepli e, visto che le ferie estive si tanno avvicinando, che suggerisco a tutti di leggere, anche a coloro a cui Facebook non piace.

Data Manager: Facebook, dal punto di vista dell’evoluzione e del business, esce da qualsiasi modello matematico. Nato quasi per gioco in pochi anni ha assunto una dimensione mondiale con un numero di utenti che si contano in centinai di milioni, mentre la sua valorizzazione si misura in decine di miliardi di dollari. Inutile chiederLe di ripetere ciò che già troviamo molto ben dettagliato sul suo libro. Quello che ci piacerebbe sapere è il suo parere su quali sono state in realtà le chiavi di successo del Social Network più diffuso al mondo.

Leggi anche:  Apple, il successo degli iPhone non compensa i bassi ricavi dei Mac

Kirkpatrick: Concordo con Lei che non esiste un modello matematico che possa descrivere il fenomeno Facebook, al contrario di quanto si potrebbe dire probabilmente per Google. Due sono le cose secondo me importanti da sottolineare. Per la prima volta si contrappongono Internet e il modello umano. Se ne è accorto molto bene Mubarak con quello che è accaduto in Egitto, dove Facebook ha giocato un ruolo fondamentale. Il punto significativo è che Facebook nasce come una piattaforma completamente vuota che viene riempita direttamente dagli utenti. Ognuno può inserire ciò che vuole e come vuole, e diventare parte attiva del sistema. Quello che appare però particolarmente interessante è che la prima volta si è usata l’identità reale delle persone. E’ bene infatti ricordare che fino all’avvento di Facebook tutti i Social Network presenti su Internet erano di tipo anonimo. All’identità fine a se stessa si aggiungono anche tutte le relazione che questa ha con gli altri utenti realizzando un vero e proprio grafo di conoscenze.

Il secondo punto è il fatto che io mi sono interessato dell’IT nel business e negli anni ’90, quando lavoravo per Fortune, ho avuto l’occasione di studiare da vicino i prodotti di groupware destinati alle aziende come Lotus Notes. Sebbene in quel periodo i vari strumenti di groupware vennero utilizzate in molte realtà anche importanti, alla fine non funzionarono. E’ importante capire per quali ragioni questo accadde. Dal mio punto di vista il problema risiede nel fatto che mentre nel middle management questi strumenti vennero accolti con entusiasmo grazie alla loro capacità di facilitare l’interscambio diretto di informazioni senza salite e ridiscese in verticale nell’organizzazione, per la stessa ragione questi non piacquero al top manager che si vide in qualche modo depauperizzato nelle sue funzioni.

Leggi anche:  TPG investe 336 milioni di dollari in Denodo per accelerare la crescita del leader nella gestione dei dati

Data Manager: In altre parole ci sta dicendo che in realtà Facebook è un prodotto di groupware dato in pasto direttamente agli utenti finali.

Kirkpatrick: Esatto. E’ un po’ quello che succede oggi con le nuove tecnologie dove, prima delle aziende, si mira agli utenti finali. D’altra parte sono questi ultimi che fanno i volumi. E volumi, come ben sappiamo, significa abbattimento dei prezzi. Facebook è andato direttamente sugli utenti finali costringendo de facto le aziende a farne uso, piaccia o non piaccia al top management. Per questa ragione mi è stato facile capire Facebook e aver visto qualcosa agli inizi che aveva delle grosse potenzialità già anni fa, ma che non aveva avuto la diffusione che meritava, mi ha molto agevolato e motivato a capire il fenomeno Facebook.

Data Manager: Il mondo della Rete ci ha insegnato in questi anni che per quanto una cosa funzioni e funzioni bene, continua comunque ad evolversi. Ma quale potrà esser il futuro di Facebook?

Kirkpatrick: Probabilmente il futuro di Facebook si concentrerà sulla piattaforma. Dal 2007, anno in cui è stato lanciato, alla fine del 2010, quando è stata rilasciata la prima API, si contano ormai più di tre milioni di siti che permettono un collegamento diretto a Facebook. Per Zuckerberg è questo il futuro di Facebook; sicuramente il sito Facebook.com avrà comunque un evoluzione; ma la vera evoluzione sarà estendere la piattaforma a tutto il mondo virtuale ma anche in quello reale; la piattaforma Facebook si sta estendendo in modo molto rapido al mondo dei dispositivi mobili e si stima che oltre il 50% delle applicazioni utilizzate sugli Iphone sono applicazioni Facebook e quindi esterne ad Apple, nonostante l’azienda proponga migliaia di applicazioni. Numeri simili si hanno anche per quanto riguarda gli altri smartphone.

Leggi anche:  Retail ibrido, la relazione senza confini

Data Manager: Facciamo un confronto con un’altra piattaforma

Kirkpatrick: Pensiamo a Microsoft. Microsoft ha sviluppato una piattaforma per la quale ha sviluppato delle applicazioni. Facebook ha aperto a tutti la possibilità di sviluppare applicazioni e questo ha fatto sì che ora queste si contino a migliaia. Per quanto riguarda la messaggistica, Facebook sta facendo un grosso lavoro che potrebbe portare l’applicazione Facebook ad essere una valida alternativa alla posta elettronica tradizionale, vantando un considerevole numero di caratteristiche in più. Non dimentichiamo poi il sistema di credito proposto da Facebook che potrebbe veramente cambiare l’utilizzo del denaro. Quindi Microsoft con la propria piattaforma è stata in grado di collegare l’hardware di Intel, il chip, e le applicazioni; Facebook permette invece il trasferimento di informazioni e sarà quello che continuerà a fare, naturalmente sempre meglio anche nel futuro e con un sempre maggior numero di dispositivi.