L’idea di due ricercatori è quella di monitorare i flussi migratori analizzando la provenienza della posta elettronica
Il fenomeno dell’emigrazione ha interessato l’umanità da secoli. In cerca di nuove opportunità le persone viaggiano verso altri lidi come è stato recentemente riscontrato in Italia per quanto riguarda ricercatori e studiosi in genere, la famosa “fuga di cervelli”.
Due ricercatori, Emilio Zagheni per il Max Planck Institute for Demographic Research (Mpidr) e Ingmar Weber di Yahoo! Research, hanno pensato di monitorare i flussi migratori attraverso l’analisi della posta elettronica anche perché spesso i dati degli emigranti in alcuni Paesi sono spesso lacunosi.
Il progetto “You are where you E-mail” ha analizzato la provenienza di 43 milioni di messaggi di posta elettronica inviati tra settembre 2009 e giugno 2011. Quando una persona ha cominciato a inviare email da una nuova nazione in modo permanente, si è ipotizzato il cambio di residenza. Per tutelare l’anonimato dei mittenti la ricerca ha preso in considerazione solo gli indirizzi IP nazionali.
Zagheni ha così commentato: “le stime dei flussi demografici, dove esistono, sono spesso obsolete e incoerenti. Le registrazioni ufficiali sono difficili da utilizzare per vari motivi. Gli emigranti tendono a non iscriversi nelle liste consolari dopo lo spostamento in un nuovo Paese o a farlo molto tardi. Inoltre non ci sono accordi chiari tra le nazioni su come definire in realtà un migrante”.
Seppur le email spedite non possono essere considerate un vero e proprio fattore di studio, in quanto non rappresentative dell’intera popolazione, attraverso il confronto con i dati ufficiali si è riusciti a ottenere comunque un risultato significativo.