Furti di identità e frodi creditizie in aumento in Italia

Trattamenti estetici, cure mediche, corsi di lingua e iscrizioni a palestre tra le nuove aree prese di mira da frodi creditizie

Il fenomeno delle frodi creditizie, che si realizza mediante furto di identità e il conseguente utilizzo illecito dei dati personali e finanziari altrui, rappresenta un fenomeno preoccupante anche in Italia, come confermano anche i recenti fatti di cronaca.

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Dall’analisi di natura qualitativa realizzata da CRIF risulta che, nel 2010, l’importo medio delle frodi creditizie nel credito al consumo perpetrate mediante furto di identità è stato pari a 7.200 Euro, in calo dell’8% rispetto al dato rilevato nel 2009.

Nel dettaglio, i prestiti finalizzati continuano a essere la tipologia di finanziamento maggiormente colpita, con un’incidenza del 74% dei casi e un +2% rispetto all’analisi sui dati dell’anno precedente, mentre i prestiti personali rimangono sostanzialmente stabili con una quota del 9,8% sul totale.

Fonte: CRIF

Le tipologie di prodotti maggiormente oggetto di una frode risultano essere ancora una volta auto e moto, con oltre 6 casi su 10, seguiti da prodotti di informatica, telefonia ed elettronica, che rappresentano quasi il 13% dei casi. Interessanti però i nuovi trend in atto, come ad esempio quello relativo all’accesso fraudolento al credito per ottenere servizi alla persona quali trattamenti estetici e cure mediche, corsi di lingua e iscrizioni a palestre, che ora costituiscono circa il 3% dei casi.

Tipologia di prodotto

Analisi frodi 2010

auto-moto

60,1%

elettronica-informatica-telefonia

12,8%

arredamento

9,5%

elettrodomestici

4,9%

corso

1,4%

trattamento estetico/medico

1,2%

immobili/ ristrutturazione

0,6%

altro

9,5%

Totale

100,0%

Un dato sorprendente che emerge dall’analisi di CRIF riguarda il fatto che nel 2010 sono cresciute le frodi creditizie effettuate fornendo i dati dei conti correnti delle vittime per addebitare le rate. Dalla precedente rilevazione, effettuata nel 2008, era invece emerso che 1/3 dei finanziamenti oggetto di frode prevedeva il rimborso tramite addebito su conti correnti non aperti dalla vittima e 1/3 mediante rimessa diretta.

Per quanto riguarda i tempi di scoperta della frode (tempi di detection), CRIF ha rilevato come nel 2010 si siano ulteriormente allungati rispetto all’anno precedente: in quasi il 40% dei casi, infatti, le vittime si sono rese conto di essere state frodate dopo 2 anni dalla erogazione del finanziamento, mentre nel 2009 ciò avveniva in poco più del 25% dei casi. In calo, invece, le frodi scoperte entro 6 mesi dalla erogazione del finanziamento, che rappresentano il 24,3% del totale e rimangono la casistica più frequente.

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Nello specifico, il più delle volte la vittima viene a conoscenza della frode subita solo dopo essere stata contatta dall’istituto di credito erogante il finanziamento (circa il 40% dei casi) o nel momento in cui tenta di ottenere un nuovo finanziamento (11,4%). Un altro 11,5% invece, lo scopre controllando il proprio estratto conto.

 

Da un punto di vista socio-demografico, risulta che la maggior incidenza delle vittime di furto di identità si concentra nelle fasce di età compresa tra i 31 e i 40 anni (il 30% dei casi nel 2010, in lieve aumento rispetto al 2009 quando aveva rappresentato il 28% del totale), e tra 51 e 60 anni, classe che con il 22% dei casi fa registrare un significativo aumento (+69%) rispetto al 2009. Un vero e proprio crollo, al contrario, si rileva nella fascia di età compresa tra i 18 e i 30 anni (-62% rispetto alla precedente rilevazione).

Fasce di età

Ripartizione vittime per età anno 2010

Ripartizione vittime per età anno 2009

variazione 2010 vs 2009

18-30

10%

26%

-62%

31-40

30%

28%

+7%

41-50

24%

23%

+5%

51-60

22%

13%

+69%

>60

14%

10%

+42%

Totale

100%

100%

 

Classificando le persone che hanno subito questo genere di frode in base alla professione, risulta che i soggetti maggiormente colpiti sono soprattutto liberi professionisti (37,7% del totale delle vittime) mentre quasi un terzo – in leggero calo rispetto al passato – sono lavoratori dipendenti, distribuiti in maniera equa tra operai e impiegati (29,5% dei casi).

Un incremento rilevante di vittime riguarda invece la categoria degli imprenditori, la cui incidenza sul totale delle vittime nel 2010 è stata superiore al 15% del totale.

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Ma chi sono gli autori di questi furti d’identità e delle conseguenti frodi creditizie?

La difficoltà nell’individuazione dell’autore della frode (solo nel 19% dei casi analizzati, infatti, il presunto frodatore è stato indicato in fase di denuncia alle Forze dell’Ordine) fa presumere che una quota rilevante di furti di identità e di frodi creditizie sia effettuata da strutture legate alla criminalità organizzata.

Quando invece i presunti autori della frode sono stati individuati, nel 42% dei casi si trattava di esercenti di attività commerciale mentre, dato allarmante, nel 23,7% dei casi si trattava di un parente della vittima; calano sensibilmente, invece, le frodi effettuate da parte di conoscenti o amici, che comunque continuano a rappresentare una quota del 19,1% del totale. Da rilevare, infine, la crescita della categoria di presunti frodatori ex datori di lavoro o soci in affari delle vittime (7,6% dei casi).

 

La ripartizione percentuale delle frodi per regione mostra una maggiore incidenza in Campania, Lazio, Lombardia e Puglia, seguite da Piemonte e Sicilia, anche se è la Sardegna a far registrare l’incremento più significativo in questa poco invidiabile classifica.

Regione di residenza della vittima di furto di identità

 incidenza frodi 2010 su tot Italia

incidenza frodi 2009 su tot Italia

CAMPANIA

23,53%

20,65%

LAZIO

15,73%

12,53%

LOMBARDIA

12,79%

11,11%

PUGLIA

9,21%

8,51%

PIEMONTE

6,27%

6,30%

SICILIA

6,01%

6,70%

CALABRIA

4,48%

5,99%

EMILIA ROMAGNA

3,84%

4,81%

TOSCANA

3,84%

4,89%

ABRUZZO

3,20%

2,92%

VENETO

2,30%

5,59%

SARDEGNA

1,92%

0,55%

MARCHE

1,79%

1,73%

UMBRIA

1,79%

2,68%

BASILICATA

1,02%

1,34%

LIGURIA

0,77%

2,05%

MOLISE

0,64%

0,39%

FRIULI VENEZIA GIULIA

0,51%

0,87%

TRENTINO ALTO ADIGE

0,26%

0,32%

VALLE D’AOSTA

0,13%

0,08%

totale

100,0%

100,00%

Se infine si rapporta il fenomeno fraudolento con la distribuzione del credito erogato sempre su base regionale, sono regioni come la Calabria e il Molise a salire la classifica in maniera più significativa.

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“Dall’analisi che come CRIF abbiamo realizzato emerge che il fenomeno criminale del furto di identità è sempre più articolato, tanto che risulta sempre più difficile per i consumatori accorgersi di essere vittima di questo tipo di frode, con conseguenze, spesso, anche decisamente onerose – illustra Beatrice Rubini, Manager Direzione Consumer di CRIF –. In particolare, sembra che i frodatori abbiano una conoscenza sempre più approfondita delle vittime ed è per questo che non vanno sottovalutati i rischi connessi a comportamenti ormai abituali, come la comunicazione di propri dati e informazioni personali su Internet. A seguito degli attacchi informatici a danno di grandi gestori di dati – come quelli che recentemente hanno avuto grande enfasi – è plausibile il rischio di un ulteriore incremento di furti di identità e di frodi creditizie. Oltre a suggerire comportamenti più accorti, per rispondere con efficacia alla necessità di prevenzione e protezione CRIF ha realizzato i servizi Identikit e Sicurnet, che consentono al consumatore di monitorare la circolazione dei propri dati personali su web e nel mondo del credito, consentendo di scoprire tempestivamente se qualcuno li sta utilizzando in maniera illecita”.

“Dalle nostre osservazioni emerge in modo evidente il trend delle frodi effettuate tramite operazioni di apertura di conti correnti e cambio di assegni falsi – spiega Maria Luisa Cardini, coordinatrice del centro di competenza CRIF Fraud Prevention Solutions – che sfruttano le tempistiche ridotte e l’operatività online per mettere a segno la truffa utilizzando documenti falsi. Le frodi creditizie che invece mirano ad importi decisamente elevati sono quelle tipicamente effettuate da persone giuridiche, ovvero imprese che sono in realtà scatole vuote o imprese che, in un contesto di difficoltà, mettono in atto comportamenti creditizi fraudolenti”.

“Il calo dell’importo medio dei finanziamenti fraudolenti – conclude Cardini – potrebbe essere attribuibile alla capacità dei frodatori di individuare empiricamente la soglia di importo oltre la quale si alzano i livelli di controllo degli istituti di credito e di operare, conseguentemente, sotto tale soglia”.