Fusione nucleare: Italia batte USA

In autunno alcuni scienziati statunitensi hanno raggiunto un importante traguardo verso la fusione nucleare. L’ENEA afferma di aver ottenuto risultati migliori con un’altra tecnica

Negli Stati Uniti potrebbe essere stato fatto il primo passo verso la fusione nucleare, il sistema utilizzato dalle stelle per produrre energia. Al contrario della fissione nucleare, utilizzata nelle classiche centrali, questo tipo di reazione necessita di una minima energia di attivazione, non produce scorie radioattive e sfrutta come combustibile elementi facilmente reperibili com l’idrogeno.

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Lo scorso autunno presso il Lawrence Livermore National Laboratory del DOE, in California, si è risuciti ad ottenere più energia da una fusione atomica rispetto a quella necessaria per innescarla. In realtà c’è chi afferma di essere già arrivato a questo risultato. L’ingegnere Andrea Rossi afferma che il suo sistema E-Cat è il primo vero esempio di fusione fredda ma gli scienziati non condividono le sue certezze.

L’esperimento

I ricercatori statunitensi hanno irradiato di particelle alfa, attraverso 192 laser, una minuscola sfera di deuterio-trizio raffreddata ad una temperatura vicino allo zero assoluto. Il combustibile ha rilasciato atomi di elio e per qualche secondo un’enorme mole di energia residua. “Per la prima volta in assoluto abbiamo ottenuto più energia dalla combustione rispetto a quanto è stato impiegato per la combustione”, ha spiegato Omar Hurricane, autore principale dello studio. E’ ancora lontano il tempo in cui si riuscirà a produrre reazioni di fusione stabili nel tempo, creando così una fonte di energia pulita e praticamente illimitata, ma i risultati dell’esperimento sono comunque incoraggianti. La tecnica utilizzata al Lawrence Livermole National Laboratory ha una resa 10 volte maggiore rispetto ai risultati prima ottenuti.

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ENEA: “La fusione a confinamento magnetico è migliore”

Sebbene sia impossibile negare che l’esperimento statunitense sia un grande successo nella corsa alla fusione fredda, i ricercatori dell’ENEA sottolineano come i risultati “sono inferiori a quelli già ottenuti con la fusione a confinamento magnetico”. “Se si considera tutta l’energia in gioco – argomentano gli scienziati  – il rapporto tra quanto ottenuto e quanto speso, nell’esperimento di fusione inerziale è dell’ordine del 1%. Per confronto, con il confinamento magnetico, nell’esperimento Jet si è ottenuto un rapporto significativamente più elevato”.  “La strada del confinamento magnetico – conclude l’ENEA, che ha confermato che l’eolico non provoca vaziazioni del clima – resta per l’Italia e l’Europa la strada maestra per ottenere l’energia da fusione”.