Una ricerca ha messo in luce che gli studenti italiani preferiscono utilizzare automobile e scooter anche per le brevi distanze che li separano dalla scuola. Tutto ciò non fa che aumentare traffico ed emissioni

Legambiente e Euromobility hanno indagato su come gli studenti italiani si recano a scuola. Il risultato è che i giovani preferiscono le due e le quattro ruote ad una sana camminata. La ricerca ha preso in esame 5.516 scolari di 8 città (Bologna, Carrara, Catania, Potenza, Ravenna, Roma, Torino, Venezia-Mestre) e sono stati gli stessi studenti delle superiori ad analizzare la mobilità dei proprio compagni.

Traffico, inquinamento e cattive abitudini

In media ogni studente percorre 9 km per raggiungere il proprio istituto con un tempo di percorrenza di 25 minuti. I ragazzi di Roma sono i meglio collegati  (3,6 km e 11 minuti di media) mentre la distanza maggiore si registra a Potenza (16,7 km) e il tempo di percorrenza più lungo a Torino (33 minuti).  “Sebbene l’86% delle famiglie abiti a meno di un quarto d’ora a piedi da asilo, elementari, medie e superiori, – sottolinea Alberto Fiorillo di Legambiente – almeno dieci milioni di persone scelgono di effettuare il tragitto in automobile, dando un contributo importante alla congestione, alle emissioni di inquinanti e stimolando nei ragazzi un’abitudine allo spostamento motorizzato”.

Come si spostano gli studenti?

La percentuale dei giovani che tra i 15 e i 16 anni usa veicoli privati come passeggero o guidatore è del 30%. Nella fascia di età successiva si registra un calo dell’uso dei mezzi privati a causa di una maggiore automonia degli studenti negli spostamenti. La percentuale torna poi a salire quando si raggiunge la maggiore età. L’automobile e lo scooter sono infatti i mezzi preferiti dalla metà dei ragazzi di 19-20 anni. Carrara e Roma sono le due città in cui gli studenti prediligono le due e le quattro ruote per raggiungere la scuola mentre a Venezia-Mestre i mezzi preferiti sono il trasporto pubblico, la bicicletta o semplicemente andare a piedi.

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