Sembra che ci sia un legame preoccupante tra l’esposizione ai pesticidi durante la gravidanza e le probabilità di insorgenza dell’autismo

E’ l’allarmante tesi sostenuta dal’Istituto Uc Davis Mind della California,firmato dalla ricercatrice Irva Hertz Picciotto.
Che i fattori che causano l’autismo siano già presenti nel grembo materno, è una tesi sostenuta di recente dall’Università di San Diego e pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Questo studio invece mostra come stare in contatto con pesticidi esporrebbe i feti anche ad un rischio superiore di sviluppare ritardi mentali, in particolar modo le conclusioni delle studiosa americana parlano di un pericolo maggiore nel secondo o terzo trimestre di gravidanza.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives, evidenzia come potenzialmente molto rischiosi gli effetti dell’esposizione agli organofosfati come acefato, clorpirifos e diazinone. In particolare, il clorpirifos causerebbe i danni peggiori, soprattutto nel caso di un’esposizione già al terzo mese di gravidanza.
Del resto si sa che il periodo della gestazione è estremamente delicato in quanto può determinare conseguenze negative ma anche positive sullo sviluppo del nascituro: in particolare lo stress in gravidanza può causare problemi di comportamento nei figli, mentre ascoltare musica ne può affinare l’udito.

Le sostanze incriminate

I pesticidi più legati allo sviluppo di autismo sembra siano i piretroidi come esfenvalerato, lambda-cialotrina permetrina, cipermetrina e tau-fluvalinato, mentre il ritardo mentale è più probabile con un’esposizione ai carbammati come il metomil e il carbaryl.

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Se prima era solo un sospetto, ora si può dire che la relazione negativa tra esposizione ai pesticidi in gravidanza e problemi neurologici del nascituro è stata ormai provata: in particolare risultano danneggiate le aree cerebrali che regolano l’umore, le interazioni sociali, i comportamenti e la capacità di apprendimento del bambino.