HDS: investire in Italia

Il momento non è certo dei migliori, sia a livello globale che a livello di Sistema Paese. Eppure c’è ancora chi crede in noi in un momento in cui la posizione dell’Italia nella classifica dei Paesi industrializzati è in discesa, spinta verso il basso dall’inevitabile crescita di quelli emergenti

A darci la notizia, non senza una più che motivata punta di orgoglio, è Dario Pardi, vice president Emea and president HDS Italia, dopo che ci sono stati presentati in sintesi i dati raggruppati in forma analitica tanto dell’azienda quando della casa madre. E tutti sappiamo che spesso un numero vale più di mille parole, soprattutto quando il tema è il business.

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Venendo ai fatti, oggi HDS, nonostante i grossi problemi metereologici che hanno messo in ginocchio per un certo periodo la produzione nel sud-est asiatico, si presenta con risultati finanziari di tutto rispetto sia che vengano valutati rispetto al periodo sia confrontati con la concorrenza diretta. Cominciamo a dare un’occhiata ai principali: oltre 4,4 miliardi di dollari di vendite nell’anno fiscale 2011 con un incremento del 15% rispetto al 2010 (in Italia la percentuale risulta ancora maggiore e per il secondo anno consecutivo); oltre il 30% di crescita nel mercato enterprise, contro una riduzione del 10% dichiarata da EMC; 54% di crescita nel NAS business escludendo l’acquisizione di Bluarc; HCP (Hitachi Content Platform) cresciuta del 68,9%; raggiunge i 5.700 dipendenti, distribuiti in 100 nazioni, con un incremento del 21% rispetto al 2010. Ma quello che impressiona veramente sono i numeri relativi allo storage: 500 petabyte gestiti, di cui più della metà virtualizzati.

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Per capire meglio occorre dare un’occhiata anche alla casa madre. Hitachi si presenta oggi come una delle più grandi aziende di elettronica integrata. Fondata nel 1910, conta oggi 900 filiali, 312mila dipendenti di cui oltre 760 PhD. Nel 2011 vanta un venduto di circa 122 miliardi di dollari e oltre 5 di investimenti. A questo si aggiunge una liquidità di circa 6.5 miliardi nonostante i consistenti problemi che hanno visto coinvolta la Thailandia. Quasi il 20% dei fondi destinati alla ricerca e sviluppo sono destinati all’IT.

Non si può però parlare di HDS senza parlare di Big Data. Ormai il momento è arrivato e la crescita riguardo a una sempre maggior disponibilità di dati è in continua accelerazione. Quello che invece va continuamente diminuendo è il rapporto tra dati strutturati e dati non strutturati. I primi continuano la loro crescita con un incremento del 33% annuo, mentre i secondi mettono a segno un +59%; questo fa quindi presumere che intorno al 2014 quasi l’80% dei dati saranno non strutturati.

Con questa premessa HDS mette in atto una strategia che porta alla definizione di un ecosistema di partner aperto e collaborativo per essere in grado di fornire al mercato le risposte che si aspetta. A fianco l’analisi dei benefici ottenuti realmente dai clienti (analizzati circa un migliaio) che hanno adottato le soluzioni proposte da HDS, tramite una metodologia che parte dall’analisi di 34 elementi di costo per determinare con sufficiente precisione il total cost of storage, identificando al contempo inefficienze e creando, di conseguenza, una roadmap di riduzione dei costi.

Un’azienda dunque che nonostante il periodo di crisi continua a crescere e che si rende conto che, per continuare a farlo, deve investire. Ma la domanda è “dove”. In un momento non certo semplice per il nostro Paese, che sarà presto sorpassato da India e Russia nella classifica delle maggiori economie del pianeta (il che continua comunque a collocarla nelle prime 10), la notizia che ci arriva, lasciandoci piacevolmente colpiti, è che comunque Hitachi ha deciso di investire in Italia. Sebbene sia prematuro dare delle cifre, quello che ci sembra di capire è che si dovrebbe trattare di un importo sull’ordine del centinaio di milioni di euro. Il fatto, senza alcun dubbio, si commenta da solo.

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