Senza tetto trasformati in antenne Wi-fi umane. E’ polemica.

“Ciao, mi chiamo Melvin. Sono un hotspot 4G”. I visitatori del festival tecnologico texano South by Southwest che si svolge a Austin ogni primavera molto probabilmente si saranno imbattuti in alcuni uomini con indosso una T-shirt bianca con il proprio nome e la propria “professione”, ossia quella di “antenne Wi-Fi ambulanti”.

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I curiosi personaggi in questione sono in realtà dei senza tetto, ingaggiati da una società di marketing newyorkese, la BBH, per trasformarsi in veri e propri hotspot umani e offrire connettività veloce a Internet al prezzo base di 2 dollari.

I volontari, in tutto 13, sono pagati 20 dollari al giorno e si aggirano nelle aree più affollate della città portando con sé un router in grado di permettere l’accesso a Internet a distanza di qualche metro e indossando una maglietta con le “istruzioni per l’uso”, ossia un codice di accesso tramite il loro hotspot. 2 dollari per 15 minuti di connessione che vanno direttamente ai senza tetto, oltre a ulteriori offerte libere e volontarie fatte attraverso PayPal.

L’iniziativa, denominata Homeless Hotspot, è stata presentata come “caritatevole”, opinione non condivisa dalle associazioni in favore dei diritti umani e dal New York Times che ne ha dato notizia: “Si può chiedere a degli esseri umani di trasformarsi in infrastrutture?”.

E voi cosa ne pensate?

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