HP, business unificato per stampanti e PC

Un’ennesima riorganizzazione all’interno di Hp. La storica divisione delle stampanti (Imaging and Printing Group) viene metabolizzata all’interno della divisione personal computer (PSG Group). La decisione comporta un cambiamento al vertice aziendale: Vyomen Joshi, responsabile del printing group, lascia l’azienda e le competenze complessive della nuova super-divisione si accentrano su Todd Bradley, capo di PSG.

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Meg Whitman, Ceo di HP, ha affermato che la decisione rientra nell’ambito delle misure annunciate di riduzione dei costi e semplificazione dei processi. “Sono di fatto prodotti che hanno una loro dimensione sia nel segmento consumer che in quello business. L’integrazione delle risorse permetterà ad HP di rivolgersi ai propri clienti con un’offerta e soluzioni di tipo unificato”.

Hp è la società con il più alto market share mondiale per quanto riguarda la vendita di stampanti e prodotti accessori. Da sempre considerata il vero forziere della società, con ricavi in grado di compensare l’andamento di altre linee of business meno remunerative, la divisione ha tuttavia conosciuto nell’ultimo periodo un lento declino con contrazioni, vedi ultimo trimestre, del 7%..

Viene quindi completamente capovolta l’impostazione societaria che si andava prefigurando nel corso della scorsa estate, in base alla quale le attività del personal computing sarebbero state oggetto di uno spin off. Con l’arrivo di Meg Whitman quest’ultima divisione diventa elemento centrale e unificatore di tutte le attività che generano il maggior volume d’affari di HP.

Nel 2011 i ricavi generati dalle due line of business, IPG e PSG, sono stati pari a 65 miliardi di dollari, equivalente a più del 50% del fatturato annuo. Cifre che sono di gran lunga superiori sia al comparto dei servizi, accreditato per un fatturato annuo di 35 miliardi di dollari, sia al comparto Enterprise, quest’ultimo responsabile per un fatturato di 22 miliardi di dollari.

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HP sta cercando di trovare una nuova identità e, soprattutto, un assetto che sappia rendere più profittevole e competitivo il business complessivo. Di fronte agli ultimi avvenimenti il mercato appare ancora abbastanza scettico. Dall’inizio dell’anno il valore dell’azione non ha capitalizzato la dinamica positiva che ha interessato Wall Street. Dopo avere raggiunto un valore prossimo ai 30 dollari, nelle ultime settimane ha perso considerevolmente quota attestandosi a valori che oggi gravitano attorno ai 23 dollari. Lo scenario finanziario appare ancora più preoccupante se si valuta la performance del titolo da marzo 2011 a marzo 2012, periodo nel quale l’azione è passata da 42 dollari agli attuali 23 dollari, accumulando così una perdita complessiva di quasi il 50%.