I Navy Seal che uccisero Bin Laden nei guai per un videogame

7 membri del corpo d’élite della marina americana sono stati richiamati per aver partecipato come consulenti alla realizzazione del videogioco Medal of Honor Warfighter

EA per il nuovo capitolo “Warfighter” della saga Medal of Honor, voleva ricreare un’esperienza di combattimento il più reale possibile per i suoi utenti. Per fare ciò ha chiesto la consulenza, come è successo per il film Act of Valor, di 7 Navy Seal, i corpi speciali della Marina americana, per ricreare al meglio gli eventi e le sfide di un vero scontro a fuoco.

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I Navy Seal non parlano

I militari, uno di loro ha partecipato al blitz che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan, hanno ricevuto una lettera di richiamo e per due mesi riceveranno metà stipendio. Non solo, la loro carriera militare, fino a qui brillante, rischia un brutto arresto. Pare che i Navy Seal abbiano utilizzato materiale classificato che era stato dato loro dalla Marina durante una consultazione retribuita sul gioco. I soldati sono stati accusati della violazione dell’articolo 92: violazione di ordini, abuso di attrezzi di lavoro, abbandono ingiustificato di servizio e divulgazione di materiale classificato, oltre ad ever violato il loro codice d’onore non scritto.

Medal of Honor Warfighter

Sul sito di EA, che sottolinea che i Navy Seal accusati hanno partecipato ad una semplice consulenza senza rivelare nulla di Top Secret, si legge che: “Il nuovo Medal of Honor si ispira ed è stato sviluppato con i Tier 1 Operator provenienti da questa comunità internazionale di guerrieri scelti. Questo racconto personale è stato scritto da un vero Tier 1 Operator mentre era impiegato in missione all’estero”. I consigli dati a EA saranno costati la carriera ai 7 militari ma almeno il gioco, che dispone della modalità online sembra soddisfare i suoi produttori che dichiarano: “Niente è più autentico di Medal of Honor Warfighter”.

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