Dal 6 maggio al 19 giugno gli studenti di seconda e quinta elementare, terza media e seconda superiore, affronterranno la prova Invalsi. I sindacati organizzano la protesta

Due milioni di studenti italiani si preparano ad affrontare il tanto osteggiato test Ivalsi, il cui scopo è quello di individuare i fattori che impediscono l’omogeneità delle comptenze scolastiche a livello nazionale. Le prove degli anni precedenti hanno infatti messo in luce che gli studenti del Nord hanno una preparazione pari ai loro compagni stranieri mentre quelli del Sud arrancano vistosamente.

Il calendario delle prove

Si inizia con gli alunni delle seconde e quinte elementari, che domani 6 maggio si cimenteranno con la prova preliminare di lettura (decodifica strumentale) e quella di Italiano. Il giorno successivo toccherà a Matematica e al questionario studente. Gli studenti del secondo anno delle scuole superiori affronteranno le tre prove in un’unica tornata (13 maggio) mentre il 19 giugno sarà il turno gli alunni di terza media. Scompare la prova per studenti di prima media. Questo perché dal prossimo anno i risultati del test di quinta primaria saranno subito forniti alle scuole medie a cui gli alunni si iscriveranno a settembre.

Nel 2015 il test Invalsi per la scuola superiore sarà differenziato per indirizzo e sarà affrontato anche da tutti i maturandi. Per l’anno scolastico 2013/14 solo un piccolo campione di studenti affronterà il test durante l’esame di Stato.

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Le polemiche

L’inizio delle prove sarà accompagnato dalle proteste dei sindacati, che hanno organizzato dei sit-in davanti al ministero dell’Istruzione. “Errare è umano, perseverare diabolico: Giannini insiste con gli indovinelli”, dichiarano i Cobas. Al contrario, il neo presidente dell’Invalsi, Anna Maria Ajello, ha difeso il test inviando una nota a docenti. Nel documento si afferma gli insegnanti hanno contribuito “all’affermarsi della cultura dei risultati basati su evidenze, e più in generale della valutazione, in un Paese in cui questo approccio stenta ad affermarsi”.

contribuito con il vostro lavoro all’affermarsi della cultura dei 
risultati basati su evidenze, e più in generale della valutazione, in un Paese in cui 
questo approccio stenta ad affermarsi.