Il futuro della musica secondo Enrico Ruggeri

Verrà pubblicato domani il nuovo album di Enrico Ruggeri, Frankenstein. Il disco non è accompagnato dal classico booklet ma da un romanzo breve, entrambi ispirati al libro di Mary Shelley, il classico ottocentesco Frankenstein.

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«Con le possibilità che ci dà internet scriviamo una pagina nuova»

Lo chiama album concept, questo svolgersi di 13 brani che affrontano temi ispirati al romanzo di Mary Shelley, Frankenstein. E proprio con il nome di uno dei mostri più noti della letteratura, Enrico Ruggeri  ha voluto intitolare il suo lavoro più recente, in vendita da domani.

Il disco è accompagnato da un romanzo breve, L’uomo al centro del cerchio. Questo Frankenstein è un progetto articolato, l’ultimo album -ha spiegato Ruggeri- “nel senso che do io a questa parola”.

DataManager: Alla trasmissione Che tempo che fa hai spiegato che questo non è un annuncio di pensionamento. Quindi cos’è?

Enrico Ruggeri: Non ho detto che non comporrò più canzoni. Ho solamente detto che probabilmente questo disco sarà l’ultimo in forma di album così come lo abbiamo concepito finora. Internet ci dà opportunità che vorrei esplorare. Oggi un cantante ha due canzoni, le prende e le pubblica in rete; dopo tre mesi ha un altro pezzo e pubblica anche quello online: non vedo più la musica legata al progetto di un album. Con le possibilità che ci dà internet scriviamo una pagina nuova.

Quali aspetti ti convincono di queste nuove opportunità? E quali perplessità hai?

Credo che il futuro dello scenario musicale sia quello che ho appena descritto. E’ inutile dire se sia meglio il treno elettrico o quello a vapore. Sfruttiamo questo mondo che ci dà dei vantaggi di immediatezza, di comunicazione rapida.

Enrico Ruggeri la copertina dell'ultimo albumPensi che non avremo più un album di Enrico Ruggeri su cd?

Credo che il cd diventerà il compendio di una serie di singoli, un po’ come era negli anni ’60. Si faranno 4 singoli mettendoli su iTunes; quando ci saranno altri 4 o 5 inediti verrà fatto il cd. Ormai si dice ‘questa è la nuova canzone di Tizio’, senza sapere se è del disco vecchio o di uno nuovo. Si è persa la percezione del susseguirsi degli album.

Come ti trovi su Facebook  e Twitter   (pagine su cui Enrico scrive di persona, nda)?

Sono presente con gioia sui social network. E’ un modo di comunicare con migliaia di persone in maniera diretta: chi vuole ti ascolta, chi preferisce ti risponde. Quando avevo 15 anni il rapporto con i miei punti di riferimento musicali era totalmente diverso, nel senso che a volte scoprivi che faccia avessero al loro terzo album.

Era meglio?

I nostalgici diranno che allora la magia era superiore a quella che c’è oggi, e in un certo senso è vero: non ci sono più le vere dive. Però adesso sei chiamato a dire la tua, con tutti i vantaggi e gli svantaggi di questa opportunità.

Tecnologia, internet, social network… però ti sei ispirato a un romanzo dell’800 per le nuove canzoni.

Perché rileggendolo ho trovato temi attuali: la diversità, l’amore che si trasforma in odio, la bioetica e la voglia di restare giovani se non addirittura di raggiungere l’immortalità, l’ambizione che porta alla distruzione e altre tematiche ancora. In Frankenstein ho trovato il pretesto per parlare di argomenti che volevo già affrontare, ovattando le mie opinioni all’interno di una storia per non rischiare di pontificare. Vorrei che le canzoni avessero un senso ascoltate da sole, uno legato al libro, e che siano anche di commento al mio breve romanzo. Questo è un progetto ambizioso, che mi è costato tempo e fatica.

Hai già pensato ai concerti?

Lo sto facendo. Credo avranno due anime, una nei club e una nei teatri.

La tv ti tenta ancora (Ruggeri ha condotto diversi programmi ed è stato giudice a X Factor)?

Se capiterà un progetto in cui mi riconosco molto, tornerò in tv. Con il successo di Mistero la gente mi fermava per strada e mi chiedeva di alieni e vampiri; i ragazzini dicevano ‘è quello di Mistero’, e non si riferivano alla mia canzone (con cui Ruggeri ha vinto il Festival di Sanremo nel 1993, nda). Ho capito che quel programma mi ha dato una popolarità enorme, ma non era quella la mia strada.

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