La soluzione prospettata dal ministro permetterebbe un maggior controllo su chi è stato accusato di stalking e risolverebbe in parte il problema delle carceri

La proposta del ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri di dotare gli stalker di braccialetto elettronico è stata ben accolta dai rappresentanti della Polizia Penitenziaria. Il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) ha sottolineato come il rimedio tecnologico eviterebbe alle vittime di persecuzioni di essere nuovamente molestate e “potrebbe essere usato anche per altri casi penali di minore allarme sociale”.

Alternative rieducative al carcere

“Si dovrebbe potenziare il ricorso alle misure alternative al carcere – ha affermato il segretario Donato Capece – anche attraverso l’istituto della messa in prova, che ha già dato ottimi risultati nella giustizia minorile nell’ottica del reinserimento sociale”. Ne è un esempio l’iniziativa OpeRAEE.

Dal Sappe sottolineano come il ruolo rieducativo non debba rimanere chiuso solo tra le mura del carcere e come si debba identificare “un nuovo ruolo operativo al Corpo di Polizia Penitenziaria al di fuori delle mura perimetrali delle carceri, facendo ad esempio scontare in affidamento ai servizi sociali con contestuale impiego in lavori socialmente utili”. Misure che rientrano comunque nello stato di detenzione.

In Italia i detenuti sono 66mila a fronte di 44mila posti nelle carceri sparse per il Paese. L’uso del braccialetto potrebbe essere un valvola di sfogo sicura per il problema del sovraffollamento.

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