Molti si chiedevano che fine avrebbe fatto l’account @Pontifex, la risposta è arrivata mezz’ora dopo l’elezione di Francesco: “Habemus Papam Franciscum”

È stato ritwittato 25mila volte in dieci minuti, non sarà l’evento più condiviso della storia (la rielezione di Obama è a quota 237mila tweet al minuto) ma l’avventura social del Papa Jorge Mario Bergoglio, ovvero Francesco, sembra essere partita con il piede giusto. Se ne sono accorti anche gli altri social media visto che YouTube ha fatto registrare, nei 45 minuti che vanno dalla fumata bianca alla presentazione del nuovo Pontefice, un numero quadruplo di accessi alla piattaforma, rispetto al normale flusso di streaming.

Sede Vacante, su Twitter

Anche se il profilo del social network ha ancora un logo che rimanda al Conclave, il primo tweet del nuovo corso non si è fatto attendere. Dopo aver cancellato i messaggi postati dal team social del Vaticano durante il papato di Benedetto XVI, la Chiesa ha voluto lanciare un invito di speranza a coloro che appoggiano una presenza forte del Papa sul web 2.0. Anche se alcune testate italiane hanno pesato la mano sulla scarsa predilezione del nuovo Pontefice verso la tecnologia, Wired ad esempio afferma come Francesco potrebbe non avere nemmeno un notebook, resta il fatto che il Papa non è colui che in prima persona agisce sul web. Come i messaggi lanciati dall’account @Pontifex con Benedetto XVI, qualora Francesco decidesse di continuare l’avventura social, si affiderebbe ad esperti in materia, avallando i messaggi da inviare di volta in volta.

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Il Vaticano sul web

L’apertura di un canale Twitter ufficiale ha avuto prima di tutto il compito di zittire il resto di profili fasulli apparsi sul sito di microblog e ancora presenti su Facebook. L’arrivo di una presenza autorizzata si è reso necessario quando sono cominciati a spuntare account fake, alcuni blasfemi associati al Papa Emerito Benedetto XVI e, non a caso, nelle ultime ore ne sono comparsi molti sul nuovo Pontefice, come @JMBergoglio che ha ingannato parecchi follower con dichiarazioni al limite della provocazione. La rivoluzione più significativa pare quindi essere già avvenuta. La scelta del Vaticano di abbracciare i social media era partita con Papa Giovanni Paolo II, il primo ad affacciarsi pubblicamente al mondo della tecnologia. Gli avvenimenti degli ultimi mesi non sono altro che l’accettazione di un contesto oramai fatto proprio come nuovo linguaggio comunicativo. Non dovrebbe fuorviare il fatto che il nuovo Papa, un uomo di quasi 80 anni, non possieda un notebook (se verificato) o un telefonino all’ultima moda. Il saper comunicare il “nuovo” messaggio ecumenico, a credenti e non, prescinde dal grado di alfabetizzazione tecnologica, affidato invece ad un team di esperti che dovrebbe cogliere, sintetizzare e divulgare al meglio i messaggi del Vaticano.