Inaz per un salto di civiltà

L’economia è in crisi, le aziende soffrono, il lavoro diminuisce e la politica non da risposte concrete, così la società dello Human Energy ha chiamato alcuni esperti per delineare problemi e soluzioni

Il quadro non è dei più rassicuranti e da tempo ormai la politica non sembra in grado di rilanciare l’economia. Prima con la crisi improvvisa e poi con la recessione intervenuta, anche il lavoro è diventato veramente un problema caldo, con la perdita di un numero ingente di addetti che si sono aggiunti alla già rilevante schiera dei disoccupati.

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Da oltre 65 anni operativamente vicina ai temi del lavoro e della gestione del personale nelle imprese, Inaz ha riunito un gruppo di esperti della materia in un convegno, dal titolo “Idee per far ripartire il lavoro e le relazioni industriali”, per offrire un contributo non solo di conoscenza, ma anche di prospettiva.

Come fare ripartire il lavoro?

“La crescita reale dell’economia deve chiaramente passare per gli investimenti aziendali, – ha esordito in apertura Linda Gilli, amministratore delegato di Inaz – ma deve essere aiutata dalla politica. Purtroppo le imprese operano invece in un sistema dove il fisco è esoso e pasticcione, la burocrazia è astrusa e la rigidità europea non aiuta. Occorre invece creare continuità nelle leggi per disciplinare flessibilità e costo del lavoro, ma anche rimodulare formule contrattuali complicate e fantasiose”.

Marco Vitale, economista d’impresa, è stato invitato da Inaz per inquadrare i temi del convegno, dato che una riflessione sull’ordinamento di rapporti di lavoro più produttivi e civili sono diventati decisivi per le future sorti del nostro Paese.

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“Per i continui rinvii, negli ultimi 25 anni non siamo stati capaci di porre rimedio alle lacune di fisco, burocrazia, formazione, lavoro e welfare. Ora, per aggiustamenti così importanti, non basta più la politica, ma occorre un salto di civiltà. Non bastano più normative di retrobottega, occorrono leggi di riforma serie, con interventi per aumentare la competitività italiana, e serve un clima di lavoro basato sulla convivenza civile nell’impresa e non solo sulla conflittualità”.

Diritti e doveri nel lavoro

Per favorire una qualsiasi ripresa, ha sostenuto Luca Failla, partner di Lablaw, occorre risolvere le incertezze giuridiche create dalla legge Fornero, che malgrado le grandi ambizioni, ha portato al fallimento delle buone intenzioni e a scarsi risultati, anche dal punto di vista delle relazioni industriali.

Un panel di imprenditori ha poi descritto il quadro della criticità in cui si dibattono le aziende e la speranza di soluzioni a breve termine, confrontando le condizioni normative, operative e sindacali esistenti tra un’Italia in profonda recessione e una Germania che per ora resiste.

Portando le visione del Governo, Carlo Dell’Aringa, Sottosegretario del Ministero del Lavoro, ha sottolineato le difficoltà che emergono dalla situazione attuale, imbrigliata anche tra il rigore fiscale europeo, che condiziona negativamente l’economia a livello internazionale, e il rigore monetario, con una sopravvalutazione dell’Euro che danneggia la competitività.

In conclusione Tiziano Treu, giurista, docente universitario e già Senatore Ministro del Lavoro, ha sottolineato come ora, dopo i continui ritardi, il Governo venga sollecitato da aspettative esagerate.

“Sarebbe bello avere tutto e subito, – ha spiegato Treu – ma il processo di recupero, se mai avverrà, realisticamente potrà essere soltanto lungo e laborioso, procedendo passo dopo passo”.

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