Onu, l’accesso a Internet è un diritto universale

Un recente rapporto dell’Onu riconosce l’accesso a Internet come diritto fondamentale dell’uomo. E’ un primo passo che potrebbe finalmente tradursi in un atto formale di diritto internazionale.

“Dato che Internet è diventato un mezzo indispensabile per la realizzazione di tutta una serie di diritti umani, combattendo l’ineguaglianza e accelerando lo sviluppo e il progresso, assicurare l’accesso universale a Internet dovrebbe essere una priorità per tutti gli stati”, ha detto Frank La Rue, il relatore speciale che ha scritto il documento “sulla protezione e la promozione del diritto alla libertà di espressione e opinione”. Continua La Rue: “L’accesso a Internet è particolarmente importante in questi tempi di instabilità politica, come si è visto nelle rivolte della recente Primavera araba”.,

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Sembra quindi che l’accesso al web possa diventare parte integrante della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo che riguardano la libertà di espressione e lo sviluppo economico e sociale.

Nel rapporto si prende atto, che “Internet è uno degli strumenti più potenti del XXI secolo, per migliorare la trasparenza nella gestione del potere, l’accesso alle informazioni, e per facilitare la partecipazione attiva dei cittadini nella costruzione di società democratiche”.

La Rue sollecita gli stati a rimuovere le leggi che impediscono o limitano l’uso di Internet e sottolinea come la legittima espressione online in alcuni paesi sia criminalizzata, contravvenendo agli obblighi sottoscritti da questi stati con l’adesione alla Carta dei Diritti Umani. L’articolo 19 infatti dichiara che “ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Benché la censura di Internet sia spesso giustificata con la scusa di proteggere la reputazione individuale o la sicurezza nazionale o come misura di antiterrorismo, in pratica, continua La Rue, le leggi che bloccano o limitano l’accesso sono spesso usate dai governi o altre entità di potere per censurare i contenuti con i quali non sono d’accordo.

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Secondo l’International Telecommunication Union, il numero totale di utenti Internet in tutto il mondo supera i 2 miliardi, e poco più di un quarto di questa vasta popolazione abita Facebook. Ma se l’accesso alla rete si diffonde sul pianeta, non sono uguali le condizioni in cui gli utenti possono navigare e fruire delle informazioni. La Rue sottolinea infatti la propria preoccupazione per i tanti episodi in cui la legittima espressione online è criminalizzata, in violazione degli obblighi internazionali in materia di diritti umani sottoscritti dagli Stati, sia attraverso l’applicazione delle leggi penali vigenti per l’espressione on-line, o attraverso la creazione di nuove leggi specificamente progettate per criminalizzare l’espressione su Internet”.

In questo scenario si inserisce l’Operazione Invisibile avviata dalla Casa Bianca, un progetto che prevede l’utilizzo di dispositivi mobili e informatici capaci di aggirare i server e impermeabili alle censure preventive dei regimi autoritari, un progetto nel quale l’amministrazione ha già investito 50 milioni di dollari. L’idea è di mettere insieme una task force di hacker, programmatori, esperti di sicurezza on line, al lavoro su un progetto ambizioso e geniale, che punta ad aggirare la rete tradizionale con una parallela, un network che attraverso tecnologia wireless criptata colleghi terminali (pc, cellulari, tablet) nelle mani di dissidenti che i regimi vogliono ridurre al silenzio e li metta in contatto con il mondo.