Sarebbe un vero e proprio blocco emotivo e non cause fisiologiche legate a carenze metaboliche, la vera causa dei sempre più diffusi casi di allergie ai cibi. E’ questa  la sorprendente ipotesi eziologica di Edi Salvadori,  psicopedagogista e counselor, sull’avversione nei confronti di alcuni alimenti.
“Nella mia esperienza professionale – spiega Salvadori – mi sono accorta che le intolleranze alimentari nascono, essenzialmente, dalla nostra incapacità di ascoltarci, di ascoltare i nostri desideri più profondi, di dare fiducia alla saggezza antica del nostro corpo.”

Sono le emozioni più profonde quindi, inconsapevolmente legate ad alimenti specifici, all’origine della mancata capacità di assumere alcuni tipi di cibo, a cui questi sentimenti sarebbero riconducibili in maniera inconscia.

Lavorare sulla mente

Se questa tesi fosse vera dunque superare tali intolleranze sarebbe solo una questione di lavoro su se stessi, sulla propria psiche. La scomparsa della reazione avversa al cibo sarebbe “solo” questione di superare il blocco emotivo che ne è la causa. A questo punto c’è da interrogarsi se sia davvero una buona notizia per quel 7,5-8% di bambini e quel 2% di popolazione adulta che secondo l’Istituto superiore di Sanità soffre di intolleranze alimentari.

Curare la psiche infatti non è certo meno impegnativo che curare l’organismo affetto da una patologia riconducibile a cause fisiologiche. Certo è che se la tesi venisse in qualche modo dimostrata scientificamente, le speranze di guarire da questa limitante condizione aumenterebbero sicuramente, dato che ben poco si può fare attualmente nei casi di intolleranze alimentari se non evitare di assumere l’alimento che provoca una reazione avversa al nostro organismo.

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Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei

Ma ecco alcuni esempi concreti, di la psicopedagogista mette in relazione cibi ed emozioni.
Il rifiuto della mela, tra i più comuni, sarebbe correlato al senso di colpa nei confronti delle persone a cui si è più legati emotivamente; chi lamenta un’intolleranza al latte vorrebbe proteggersi dal peso di una figura materna ansiosa o assente; no al glutine per coloro che vivono in un contesto familiare fagocitante e oppressivo, sviluppando difficoltà a relazionarsi in maniera stabile per paura di un eccessivo coinvolgimento emotivo; il rifiuto del prezzemolo sarebbe proprio di chi è troppo ‘altruista’, ovvero ha la tendenza a caricarsi facilmente anche delle responsabilità degli altri; i vegetariani per intolleranza? La carne sarebbe inconsciamente rifiutata da chi ha uno stile di vita frenetico e disordinato. Infine il cioccolato, con le sue varianti fondente e al latte: chi è intollerante al primo rifiuterebbe il sesso vissuto in maniera troppo rigida e poco spontanea; gli intolleranti al cioccolato al latte invece avrebbero problemi a lasciarsi andare alle coccole e alla dolcezza.