Investire in comunicazione per uscire dalla crisi: “Lavoro” e “Innovazione” le parole chiave del 2013

L’86% degli italiani ritiene la comunicazione sia una chiave strategica utile ad uscire dalla crisi. L’innovazione guida la lista delle priorità su cui investire, nell’ambito della comunicazione, con il 47% delle preferenze

Durante la prima giornata del World Communication Forum 2013, l’evento che riunisce il Forum della Comunicazione e il Forum della Comunicazione Digitale, in programma il 10 e 11 Aprile a Milano, l’Istituto Piepoli ha presentato i risultati della ricerca “OPINIONE PUBBLICA: parole chiave e comunicazione istituzionale attraverso i mass media”, sondaggio d’opinione giunto alla sua terza edizione, che indaga sulla percezione del ruolo della comunicazione in Italia, e il suo valore per lo sviluppo e la crescita del Paese.

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I risultati della ricerca

Secondo il sondaggio d’opinione – effettuato su un campione di 500 individui rappresentativo della popolazione italiana – continua a crescere la percentuale di Italiani che ritiene la comunicazione un’importante chiave strategica per uscire dalla crisi economica: l’86% risponde infatti positivamente (il 17% ritiene la comunicazione “molto importante” il 69% “abbastanza”), il 13% in più rispetto all’anno precedente e ben il 25% in più di quanto rilevato nel 2011.

L’importanza della comunicazione

Gli Italiani considerano fondamentale il ruolo della comunicazione in particolare nella Pubblica Amministrazione, come strumento per garantire informazione e trasparenza ai cittadini: ben l’89% del campione ritiene importanti gli investimenti in tal senso, percentuale in crescita del 2% rispetto al 2012 e di ben il 12% superiore rispetto ad un sondaggio analogo condotto nel 2011.

La comunicazione viene quindi percepita come elemento imprescindibile della nostra società: ma quali sono i contenuti, le parole chiave che gli Italiani ritengono caratterizzeranno i prossimi mesi? Il sondaggio conferma la parola “Lavoro” al primo posto: il 48% degli italiani lo individua tra i concetti che maggiormente ricorreranno nelle prossime campagne di comunicazione, risultato significativo anche se in calo rispetto al 55% di preferenze rilevato nel 2012. In seconda posizione si segnala il sorpasso del concetto di “Innovazione”- che cresce di 7 punti fino a raggiungere il 27% – rispetto alla parola “Crisi” (22%, in calo del 6% rispetto al 2012), segno forse di un maggiore ottimismo o di una volontà di tornare a crescere dopo la recessione. Alle loro spalle, il 20% sceglie la parola “Tecnologia”, il 17% “Valori” e il 14% “Investimenti”.

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Ancora il concetto di “Innovazione” guida, con il 47% delle preferenze, la lista delle priorità per cui gli Italiani giudicano più importanti gli investimenti in comunicazione, seguita dal Turismo locale per lo sviluppo del territorio (45%) e dai valori e la cultura del sistema Italia (39%).

Per quanto riguarda invece i canali di comunicazione da cui gli italiani preferirebbero ricevere informazioni di aziende private e/o istituzioni, crollano le preferenze nei confronti della TV, che nonostante tutto si conferma il medium preferito dagli Italiani. In particolare crolla il consenso verso la pubblicità televisiva, che nel 2012 raccoglieva il 51% delle preferenze e ora si limita al 34%, superata dai programmi di approfondimento, indicati dal 37% degli Italiani come il canale preferito da cui ricevere comunicazioni.

A fare da contraltare al calo della TV, cresce complessivamente del 22% la preferenza degli italiani per strumenti basati sul Web: in particolare è l’Email a raccogliere i maggiori consensi, passando addirittura dal 3 al 17% e superando così i social network e i “blog e siti istituzionali”, entrambi scelti dal 15% del campione. Accanto agli strumenti più tecnologici, prosegue la crescita graduale della Radio, che si attesta al 20% delle preferenze, e soprattutto di “Eventi e incontri sul territorio”, indicati dal 23% degli Italiani tra le modalità preferite di comunicazione, a segnalare la volontà di un recupero di una dimensione “fisica”, accanto a quella virtuale rappresentata dal web.

La pubblicità

Infine, l’Istituto Piepoli ha riservato un focus particolare all’evoluzione della pubblicità negli ultimi dieci anni: se il 47% del campione ritiene che la qualità sia rimasta sostanzialmente invariata, solo il 13% vede un miglioramento, mentre il 40% degli intervistati considera i messaggi pubblicitari attuali peggiori di quelli del decennio precedente. Da notare come siano soprattutto le donne e le persone oltre i 54 anni a ravvisare questo peggioramento. Risultati simili sono osservabili se si considerano in particolare i messaggi trasmessi, più o meno esplicitamente, dalla pubblicità: in questo caso il 44% del campione non vede alcuna variazione significativa, ma la stessa percentuale ravvisa un peggioramento, mentre solo il 12% ritiene che al giorno d’oggi la pubblicità diffonda messaggi più positivi. A domanda diretta, infatti, la maggior parte degli intervistati – il 58% – si dichiara d’accordo con l’opinione che le pubblicità attuali trasmettano un numero maggiore di messaggi negativi rispetto al passato.

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“Lo scenario descritto dal sondaggio realizzato in occasione del World Communication Forum conferma la Comunicazione come una componente fondamentale su cui l’Italia deve puntare per uscire dalla crisi. Il forte interesse verso i temi dell’innovazione e della tecnologia segnala inoltre la volontà degli Italiani di tornare ad essere un’avanguardia tecnologica e creativa: un processo in cui i comunicatori possono e devono essere protagonisti. È necessario tornare a creare e comunicare valore, attraverso messaggi positivi, la professionalità degli addetti ai lavori e la sinergia tra le eccellenze e le best practice italiane ed estere. La sempre maggiore integrazione tra il web e i media tradizionali, infine, richiede che le rispettive competenze non possano più rimanere isolate, come testimoniato dall’integrazione tra Il Forum della Comunicazione e il Forum digitale in un unico grande evento ” commenta Roberto Baldassari, Vice Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli.