iPhone e Android: Altroconsumo denuncia le app gratuite

Aumenta il numero delle app per smartphone e tablet da scaricre gratuitamente ma che richiedono soldi veri per andare avanti nel gioco. Chi ci va di mezzo sono i bambini

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Non è un caso che proprio nel momento in cui un gioco si fa interessante, lo svluppatore chieda all’utente di pagare per continuare nell’avventura. Alzi la mano chi non ha mai provato un gioco gratis e poi ha deciso di cancellarlo quando ha scoperto della necessità di sborsare qualche euro per avere la versione completa o per proseguire i livelli previsti. Una volta, quando gli unici giochi erano quelli su computer, si parlava di versione “demo”, ovvero la possibilità di provare un gioco non in versione completa ma, appunto, di prova per poi decidere se acquistarlo o meno.

In-app, questa sconosciuta

Purtroppo il dilagare delle app gratuite, che poi richiedono un pagamento “in-app” ha messo in seria discussione la trasparenza nel rapporto tra store e utente, soprattutto quando di mezzo ci sono i bambini. Può capitare infatti che i genitori lascino giocare i propri figli con i device in casa, magari dopo aver scaricato qualche gioco che si autodefinisce “gratis”. La situazione che poi si verifica è invece quella in cui i piccoli, inconsciamente, hanno scaricato pacchetti interni a pagamento, soprattutto quando il genitore non ha inserito una password per l’acquisto o il tempo per richiederla dopo un acquisto è elevato.

La denuncia

Per evitare che avvenimenti del genere si moltiplichino, l’associazione italiana Altroconsumo ha segnalato al Garante sia l’Apple Store che il Google Play per la “politica commerciale aggressiva nella proposta di app gratuite”. Secondo il sito la pratica è “vietata dal Codice del Consumo, soprattutto se si pensa che la maggior parte di questi giochi sono destinati ai bambini”. La conclusione è la denuncia delle due aziende: “Se si considera che Apple incassa il 30% di tutti gli acquisti in-app (e che detiene l’esclusiva gestione di tutti i giochi che girano sui dispositivi iOS) e che i giochi generano per Google circa l’80% delle entrate complessive del suo store, abbiamo deciso di segnalare entrambe le aziende all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pratica commerciale scorretta”. Si aspettano ulteriori sviluppi.

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