Kiver Digital rafforza la partnership con Spotify

Con l’arrivo in Italia del principale servizio di music on demand in streaming a livello mondiale si intensifica il rapporto tra le due realtà già attivo dal 2008

Kiver Digital, società leader in Italia nella distribuzione multicanale di contenuti digitali, rafforza la partnership con Spotify, leader mondiale per i servizi di music on demand in streaming, ora presente anche in Italia, Polonia e Portogallo.

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Kiver Digital, in qualità di aggregatore, distribuisce i propri contenuti su Spotify sin dal 2008 in tutti i paesi in cui il servizio è attivo. Ora l’arrivo di Spotify nel nostro paese permette a Kiver Digital di intensificare la propria presenza anche sulla piattaforma italiana portando così nello store artisti di etichette come Sugar e Caravan, nonché i cataloghi di alcune delle più importanti label dance come Ego e Time Records.

La partnership tra le due società offre alle etichette, che da anni collaborano con Kiver Digital, l’opportunità di valorizzare al massimo i propri contenuti che, grazie alla potenza del servizio di Spotify, verranno veicolati in tutto il mondo.

“Dai recenti dati della ricerca Deloitte-FIMI spiccano, tra gli altri, due dati essenziali per l’Italia: streaming quale seconda fonte di ricavo nel digitale e crescita dell’80% dei modelli di abbonamento. Questi risultati sono la perfetta fotografia che sintetizza con precisione l’attuale modalità di fruizione della musica: online, in streaming, in maniera gratuita e legale o da qualsiasi device, e da qualsiasi posto, attraverso abbonamenti ai servizi premium. Quindi, nel 2008, ci è sembrato naturale stringere una partnership con Spotify che da sempre promuove queste forme di ascolto e di consumo della musica digitale” afferma Gianluca Perrelli, CEO di Kiver e Kiver Digital. “Ora che in Italia possiamo relazionarci in modo ancora più diretto con il team di Spotify, contiamo di poter offrire servizi ancora più estesi ai nostri partner discografici per ottimizzare la monetizzazione dei loro contenuti” conclude Perrelli.

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