L’odorometro di Google

Larry Page e Sergey Brin mappano l’universo degli odori attraverso un nuovo algoritmo top secret

Google – dopo aver annunciato di utilizzare lo “spazio bianco” per trasmettere il web sui segnali TV a bassa frequenza – starebbe lavorando a un altro innovativo utilizzo dello spettro televisivo che permetterà al popolo della rete non solo di percepire l’odore dei prodotti pubblicizzati attraverso un device appositamente studiato, ma anche di scandagliare il cyber spazio grazie a un algoritmo molecolare in grado di indicizzare tutti gli odori esistenti. La traccia olfattiva potrebbe diventare la base per un nuovo modello di identificazione su larga scala e rivoluzionerebbe anche il mondo della sicurezza, oltre ad avere un impatto dirompente sul mondo del web advertising.

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Il progetto – per il momento top secret – è sviluppato dal centro di ricerca e sviluppo di Zurigo grazie a una task force di dieci ingegneri e 12 sviluppatori indiani indipendenti. Le tecnologie di riconoscimento dell’odore (Digital Scent Technology) non sono una novità, come dimostra uno studio del Monell Chemichal Senses Centre di Filadelfia.

Dietro il progetto dell’odorometro di Google (nome in codice HM-WASSFOOL, che sta per high molecular web analysis senses system for outputs organic legacy) si nasconderebbero il genio visionario di Ray Kurzweil – assunto da Google come ingegnere capo a fine 2012 – e il Dipartimento della sicurezza americana (www.dhs.gov).

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